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Lontano dalla vetta, di donne felici e capre ribelli

L’Accadimento è arrivato quando meno se lo aspettava e così, Caterina con marito, figli e cane al seguito si è ritrovata in un paesino nel cuore delle Alpi Valdostane. Scrittrice, giornalista, esperta cittadina londinese e italiana, si ritrova in “lontano dalla vetta” a parlare di capre, vita in Baita, sterpaglie bruciate e candida neve. Un libro che spesso fa sorridere e che ho letto tutto d’un fiato. Caterina parla della montagna, quella vera, raccontandola dal punto di vista di una che la montagna l’ha sempre vissuta solo come una vacanza, e neanche troppo lunga, visto che ha sempre amato il mare. Al suo fianco il Signor Stambecco e un cane calabrese la accompagnano nelle sue escursioni e lei ci parla della Regina delle Caprette, di donne forti e coraggiose, di avventure e discussioni d’alta quota – quelle classiche che conosco molto bene anche io -, della Donna dei Fiori, di animali di montagna, di emozioni, a volte di paura, altre volte di felicità.

Caterina con le sue parole semplici, scorrevoli e di vita quotidiana mi ha fatto riflettere più volte. Ho sorriso nell’ascoltare discussioni che ho già sentito parecchie volte negli ultimi anni – Yuri lo sa molto bene, vero? – e ho apprezzato tanto il fatto di mantenerle implicite perché chi ci è già passato, proprio come me, sa bene di cosa si sta parlando senza neanche bisogno di dirlo. Anche se io le pelli sotto gli sci non le ho mai messe, ma so cosa vuol dire arrendersi un quarto d’ora prima della cima. Mancano 15 minuti, e allora?!

Ho rimuginato sulla storia più difficile di donne che in montagna, purtroppo, non ce l’hanno fatta. Donne forti sì, ma forse troppo buone, troppo fiduciose con il mondo. E donne che vivono in stretta connessione con gli animali e la vita da stalla. Che soffrono di fronte ad un parto andato male e non possono spiegare l’amore che provano per i loro animali nonostante alcuni vadano al macello. Perché se non sei dentro quel mondo non lo puoi capire. Da quando sono qui anche io alcune di queste donne le ho conosciute e alcune parole che mi sono state dette da una che il lavoro duro di allevatrice lo conosce bene mi sono rimaste impresse. “Sondrio non è la vera Valtellina”, ed è proprio vero. La vera Valtellina sa di alpeggio, freddo nelle ossa, animali da gestire, una tradizione da mantenere e lottare con unghie e denti per ottenere dei diritti. Per combattere i prezzi troppo alti delle materie prime, per rimanere a galla contro quelle grosse industrie della Bassa Valle o della Brianza. La vera Valtellina è i “miei” ragazzi dell’istituto professionale che alle 8 di mattina si presentano – con un po’ di ritardo – in classe dopo essersi svegliati alle 3 di notte per andare a mungere. Sono i lavori estivi negli alpeggi Svizzeri perché di qua dal confine pagano troppo poco.

E quindi, grazie Caterina perché con la tua scrittura genuina, divertente e comunque riflessiva mi hai portata con te in Baita in Valle D’Aosta. Si sa mai che un giorno ci incontreremo tra quelle montagne.

 

Hai già letto questo libro?

Cosa ne pensi?
Lo puoi trovare qui.

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Il Cammino di Oropa della Serra: tutto quello che devi sapere

Il Cammino di Oropa della Serra è un percorso a tappe che si sviluppa interamente in Piemonte per 65 km.

Si parte da Santhià nella provincia di Vercelli e si arriva al
Santuario di Oropa nel biellese.

In pratica, il Cammino della Serra è il primo che è stato ufficializzato come vero e proprio pellegrinaggio verso Oropa e si chiama così perché attraversa la Serra di Ivrea.

Non è l’unico però, infatti esiste anche il Cammino di Oropa
Canavesano. Io ho appena percorso quello classico e più frequentato,

quindi sono qui a raccontarti tutto quello che devi sapere prima di mettere lo zaino in spalla e partire.

Se a fine articolo avrai dei dubbi sono pronta a rispondere alle tue domande.
Iniziamo 🙂

Chi può percorrere il Cammino di Oropa?

Questa è facile e rispondo così:

tutti!

Il Cammino di Oropa della Serra è un percorso adatto davvero a tutti e viene consigliato spesso come
cammino per principianti.

Diciamo che se non hai mai fatto trekking di più giorni o hai bisogno di allenare le gambe e il fiato per qualcosa di più impegnativo questo cammino è una buona palestra!

C’è però una cosa importante da dire.

Quando si tratta di inclusione però sai che non mi tiro mai indietro e non sto in silenzio:

quando ho scoperto che il percorso è stato tracciato anche per poter essere frequentato da persone ipovedenti o non vedenti non ho avuto dubbi, dovevo farlo!

Ecco uno dei motivi per cui ho scelto di percorrere il Cammino di Oropa:

volevo testare con le mie gambe anche questa caratteristica del cammino e, son sincera, avevano ragione.

Sul percorso c’è una segnaletica ad hoc gialla e nera per persone con difficoltà alla vista.

Oltre a questo, la maggior parte del tracciato è facile, privo di punti esposti, tecnici, con radici o materiali ingombranti.

Anche i cani possono percorrere questo trekking senza problemi e potrebbe essere una prima prova di cammino insieme anche per loro ♥

 

cammino di oropa della serra
cammino di oropa della serra
cammino di oropa della serra

Quando partire?

Anche questa domanda è davvero facile:
sempre!

O meglio,
con qualche accortezza… sempre!

La particolarità di questo cammino è che
non raggiunge quote troppo elevate:
l’altitudine massima è quella dell’arrivo a Oropa perché il Santuario è stato letteralmente incastonato tra le montagne a quota 1154 metri

È davvero di impatto quando lo vedi per la prima volta, ma ne parliamo più tardi.
Comunque dicevo,

io ho camminato lungo questo tracciato durante le vacanze di Pasqua ad aprile.

L’arietta era ancora fresca, soprattutto mattina e sera – da andare in giro con il piumino – ma durante la giornata passata a camminare si stava davvero bene.

Quindi, come per ogni cammino o escursione in montagna ti direi che le mezze stagioni sono le migliori.

Non troppo caldo, non troppo freddo.. il giusto.

Poi se sei come me che il caldo lo tolleri molto poco, apprezzerai di sicuro anche quell’arietta frizzantina delle 8 di mattina appena metti lo zaino in spalla 🙂

Ciò non toglie che il cammino si possa benissimo fare anche in estate e inverno.

Cammino di Oropa della Serra
Cammino di Oropa della Serra
Cammino di Oropa della Serra

Accorgimenti utili

Sicuramente dovrai fare attenzione a due cose però:

  • controlla se ha nevicato a bassa quota. Se così fosse devi essere attrezzato e soprattutto abituato a camminare nella neve e al freddo. Se non lo sei rischierai di rovinarti l’esperienza.

  • Stessa cosa per quanto riguarda il caldo: ci sono alcuni piccoli punti molto esposti al sole e questo potrebbe essere controproducente per il tuo benessere.

DA TENERE IN CONSIDERAZIONE

La prima parte della prima tappa è in pianura tra i campi agricoli decisamente sotto il sole e lì potrebbe fare davvero caldo, ma se parti molto presto eviterai questo disagio.

C’è un tratto dell’ultima tappa che è caratterizzato da alcune salite in asfalto sotto il sole: essendo a circa metà tappa rischi di dover camminare qui proprio nelle ore centrali quindi ricordati di questo e cerca di organizzarti al meglio per evitarlo.

In entrambi i casi ricorda:

porta la giusta quantità d’acqua.

Queste province sono di natura moooolto piovose, quindi prima di partire controlla il meteo e attrezzati di conseguenza.

L’unico tratto da NON affrontare in caso di forti piogge è il sentiero D1 che porta ad Oropa, ma c’è un’alternativa di cui ti parlo tra poco.

Cose utili da sapere prima del cammino

Come dico sempre,

un cammino inizia quando sei a casa e l’idea di percorrerlo prende piede nella tua testa.

La sua buona riuscita infatti incomincia quando ti organizzi, a casa, davanti al computer o alla guida cartacea.

Per renderti le cose più semplici, in questo paragrafo inserirò tutte – ma proprio tutte – le cose utili che devi sapere prima di preparare lo zaino e soprattutto tutti i link utili in cui potrai trovare le informazioni.

Allora, innanzitutto partiamo dal principio.

  • Oltre a questo articolo, per informarti al meglio esiste il Sito Ufficiale del Cammino di Oropa. Lì puoi trovare davvero tutto per organizzarti.

  • Scarica l’Applicazione ufficiale

  • Il Movimento Lento è l’Associazione che gestisce tutto il cammino. Puoi affidarti a loro per ogni cosa, te ne parlo nel dettaglio nel paragrafo relativo ad alloggi e ristorazione.

  • il Cammino di Oropa ha una sua credenziale che puoi prendere all’Ostello di Santhià, situato a pochi passi dalla stazione e proprio lungo il cammino: scrivi a Mario per “prenotare” – perché a volte l’afflusso è davvero tanto – all’indirizzo info@santhiasullaviafrancigena.it.
    Comunque qui trovi tutti i dettagli.

  • Lungo il percorso troverai dei punti per poter timbrare la credenziale

  • Una volta arrivato al Santuario di Oropa non scappare via subito! All’interno del Santuario, sulla destra vicino alla Chiesa minore, mostra la tua credenziale e ti verrà dato il Testimonium che attesta che hai completato il Cammino di Oropa ♥

  • Al Santuario di Oropa alle 16.00, se sei interessato, viene fatta la Messa dei Pellegrini in cui il sacerdote dirà i nomi dei viandanti che quel giorno hanno completato il cammino.
Cammino di Oropa della Serra
Cammino di Oropa della Serra
cammino di oropa della serra

Come puoi raggiungere il cammino?

Le alternative sono tante, ed eccole qui:

  • in auto: Santhià si trova lungo l’A4 e c’è un’uscita proprio a ridosso del paese. I parcheggi liberi e gratuiti sono diversi, noi abbiamo lasciato la macchina al parcheggio della stazione. Non è custodito, ma ci sono sempre diverse macchine parcheggiate e alla nostra non è successo nulla. Alcuni alloggi – come il BB Il Giardino dei Cedri – danno la possibilità di lasciare l’auto all’interno del loro parcheggio quando possibile.

  • in treno: il più comodo e il più sostenibile di tutti – e a noi piace di più vero? Comodo perché scendi dal treno a Santhià e sei subito sul percorso del cammino! Santhià infatti si trova lungo la linea Milano-Torino, davvero facile e comoda.
  • in bus: c’è il Flixbus che ferma lungo l’A4 in prossimità di Santhià. Tieni conto però che da qui per raggiungere la partenza ti aspetta mezz’ora di cammino!

Le tappe ufficiali

Il Cammino di Oropa della Serra è formato ufficialmente da 4 tappe.

Eccole:

  1. Santhià-Roppolo: 16,5 km, 230 m dislivello in salita;
  2. Roppolo-Sala Biellese: 17,4 km, 400 m dislivello in salita;
  3. Sala Biellese-Santuario di Graglia: 16,1 km, 550 m dislivello in salita;
  4. Santuario di Graglia-Santuario di Oropa: 15,1 km, 800 m dislivello in salita.

Come puoi ben vedere questo è il motivo principale per cui viene identificato come un cammino facile:

la difficoltà del percorso cresce nelle diverse tappe, ma non ti preoccupare perché non raggiungerà mai un livello troppo impegnativo.

Per esperienza personale ti posso dire che gli 800 metri di dislivello dell’ultima tappa possono sembrare tanti e difficili per alcuni viandanti, ma sono davvero ben distribuiti nel corso della giornata.

Considera anche il fatto che quando dovrai affrontare la quarta tappa avrai alle spalle ben 3 giorni di cammino che ti hanno sicuramente allenato e reso più performante!

Il Cammino di Oropa della Serra in 3 giorni

Se devo dirti la verità questo cammino può essere completato in 3 o 4 giorni.

Come ti ho detto, ufficialmente le tappe sono 4, ma per diversi motivi che ora ti spiego, puoi accorciare la tempistica.

Infatti, durante il periodo di bassa stagione non tutti gli alloggi sono aperti e disponibili e per questo motivo potresti dover unire due tappe a scelta e quindi compiere il cammino in 3 giorni.

Io ho fatto proprio questa scelta:

ho percorso il Cammino di Oropa in 3 tappe, ovvero:

1. Santhià-Magnano: 25,9 km, 486 m dislivello in salita;

2. Magnano-Santuario di Graglia: 20,5 km, 606 m dislivello in salita;

3. Santuario di Graglia-Santuario di Oropa: 15,1 km, 800 m dislivello in salita.

Come vedi,

facendo così il Cammino di Oropa diventa un po’ più impegnativo rispetto al classico.

Questa è una particolarità che ho apprezzato davvero tanto perché mi piace che ogni viandante possa scegliere come preferisce affrontare il percorso.

Facendo così anche un cammino davvero semplice può diventare più allenante.

Anche in tre giorni comunque, se sei un po’ abituato a camminare per lunghe distanze, non ci sono difficoltà.

Anzi, è più divertente!

Ora ti racconterò in breve le mie tappe,

ma nei dettagli inserirò i dati che io e Yuri abbiamo registrato durante il percorso quindi noterai che alcuni dettagli sono diversi rispetto a quelli che ho inserito qui sopra.

Credo comunque che ogni strumento GPS dia in ogni caso una minima differenza.

Tappa 1

Percorso: Santhà-Magnano

Distanza: 28 km

Dislivello: 640 m

Tempo di percorrenza: 8h

 

Voglio sottolineare una cosa: il tempo è molto soggettivo. A noi piace prendere ogni tappa con molto calma, oltre al fatto che dedichiamo molto tempo a fare foto, video e preparare i contenuti per i social. Ci piace camminare così, altri viandanti hanno impiegato meno a concludere le varie tappe e altri di più!

Santhià è un paese che può davvero soddisfare tutte le tue esigenze:

alla partenza infatti avrai a portata di mano gli alloggi, la stazione, la credenziale e i ristoranti.

Comunque, il Cammino di Oropa parte proprio da Santhià:

fin da subito dovrai seguire la segnaletica per percorrere la strada che ti porterà fuori paese.

Nel centro abitato camminerai su asfalto, ma dopo pochissimi chilometri calpesterai una strada sterrata che attraversa campi e fattorie.

Qui incontrerai tanti viandanti che ti vengono incontro: non stai sbagliando, solo che questo tratto è anche Via Francigena!

In breve lascerai alle spalle l’autostrada e ti allontanerai sempre di più dal centro abitato, salutando dietro di te rumori e traffico.

Il prossimo paese significativo che incontrerai è Cavaglià, dove è d’obbligo una tappa da Marcello che ti accoglierà a braccia aperte per lasciarti il timbro del cammino.

Poco dopo si lascia di nuovo l’asfalto per entrare nel primo boschetto del trekking: in breve raggiungerai anche il bosco didattico, quello degli elfi!

Finito il bosco arriverai al Castello di Roppolo e scenderai in paese: questa sarebbe la fine della prima tappa se percorrerai il cammino in 4 giorni.

Per noi invece era circa la metà del percorso di quel giorno:

attraversato Roppolo noterai la Casa del Movimento Lento, Associazione che gestisce l’organizzazione del Cammino.

Un altro boschetto alternato a radure erbose su strada sterrata molto semplice ti condurrà per i prossimi km verso Bose.

Qui la strada si divide in due: i ciclisti continuano sull’asfalto, mentre i viandanti – che non vogliono fare i furbetti 🙂 – attraverseranno i prati fino alla chiesa romanica di San Secondo

Sei proprio sotto il paese di Magnano e con un ultimo breve sforzo attraverserai il bosco per sbucare nella parte alta del paese: la vista qui merita una sosta!

Cammino di Oropa della Serra
Cammino di Oropa della Serra
Cammino di Oropa della Serra

Tappa 2

Percorso: Magnano-Graglia

Distanza: 24,5 km

Dislivello: 838 metri

Tempo di percorrenza: 7H20

Il secondo giorno di cammino inizia davvero bene: appena uscito da Magnano il paesaggio cambia subito e sarai ben presto in un altro boschetto davvero niente male.

Ritrovarsi qui appena sveglio ti assicuro che è un toccasana!

Superato il bosco e un camping arriverai a Torrazzo, un centro abitato in cui vicino alla chiesa c’è anche una fontanella.

Segui i soliti cartelli e supera il paese: attraverserai alcuni pascoli – occhio ai cani da guardiania – e altri boschi fino a superare Sala Biellese.

Da qui in avanti troverai un bosco vero e proprio, un po’ più selvatico degli altri, ma sempre in falsopiano e con dolci saliscendi.

 Il fondo è sterrato su morbida lettiera.

Ora uno dei punti più belli di tutto il cammino:

prima di arrivare a Donato farai qualche km all’interno di una splendida pineta. 

Si cammina lungo la tagliafuoco principale… se non c’è in giro nessuno come è successo a noi potrai vedere animali selvatici e apprezzerai davvero il silenzio. 

Supera un laghetto e cambia provincia: un ultimo tratto nel bosco e sarai arrivato a Donato.

Qui puoi trovare un bar e dopo una breve sosta attraversa il paese in leggera salita…

Sarai di nuovo nel bosco che dopo un po’ si aprirà su splendide colline tappezzate da qualche fattoria qua e là.

Si respira nell’aria la vita contadina, il panorama è stupendo e gli animali al pascolo si muovono in totale tranquillità.

Lasciati i prati alle spalle arriva una salita un po’ più impegnativa che dopo tutti questi chilometri si fa un po’ sentire: stai attraversando la località Netro e camminerai un po’ su asfalto un po’ su sterrato, ma sempre all’ombra del bosco.

Finita la salita non cantar vittoria: tra gli alberi puoi scorgere il Santuario di Graglia, ma prima di raggiungerlo ti aspetta una ripida discesa.

Stai camminando lungo il Sentiero didattico dei Pe’ d’Oca: se qui senti la fatica ti consiglio di leggere i cartelli e distrarti un po’!

Sorpasserai un piccolo ruscello e l’ultimo boschetto di nuovo in leggera salita, ma ormai sei arrivato: il bosco si apre, camminerai su erba, asfalto e sterrato per gli ultimissimi chilometri.

Graglia è proprio davanti a te e quando meno te lo aspetti incontrerai una sosta per pellegrini davvero apprezzata: la Casa Fiorita!

Prendi un cioccolatino o quello che vuoi e lascia un’offerta, poi divertiti ad osservare tuuuuuuuuutti i giocattolini esposti sul muretto… sono davvero tantissimi!

E con il sorriso sulle labbra sei arrivato finalmente al Santuario di Graglia!

Cammino di Oropa della Serra
Cammino di Oropa della Serra
Cammino di Oropa della Serra

Tappa 3

Percorso: Graglia-Oropa

Distanza: 17 km

Dislivello: 930 metri

Tempo di percorrenza: 6h30

Lascia il magnifico Santuario alle spalle, segui l’asfalto per i primi metri ma poi attento a non perderti la svolta a destra: il segnale è un po’ poco visibile, soprattutto se sei incantato a guardare il panorama intorno a te.

Fin da subito lascerai l’asfalto:

qui incontrerai tante case contadine qua e là, camminerai tra i prati e farai una discesa un po’ più ripida del solito.

Stai costeggiando il fianco della collina per allontanarti da Graglia, supererai l’impluvio su un magnifico ponte guarda giù che è stupendo! – e una salita nel bosco davvero niente male per essere affrontata di prima mattina ti porterà di nuovo su a Sordevolo.

Poco prima tra l’altro i cartelli indicano che sei vicino alla Ferrata dell’Infernone, da fare sicuramente la prossima volta che passerai di qua!

Ora concentriamoci sul cammino:

ti consiglio di fermarti a Sordevolo per prendere il pranzo.

C’è un bar nella piazza principale, un alimentari e il WoolBar dove ci siamo fermati noi a prendere due panini. Sono spettacolari quindi te li consiglio, il bar è leggermente fuori traccia ma davvero dietro l’angolo!

Riprendi la strada giusta e lascia il paese: alcuni cartelli indicano il Sentiero per Oropa.

Passerai tra boschi e campi privati lungo un bel sentiero indicato nella direzione per San Barnaba.

Alcuni pascoli qui sono davvero spettacolari se li attraversi in primavera!

Superata un’antica chiesa ti avvicini alla salita asfaltata sotto il sole che ti dicevo poco fa: sei a Pollone.

Qui andrai avanti a salire per un po’ di tempo, prima su asfalto e poi su sentiero nel bosco fino ad arrivare ad un bivio.

Cammino di Oropa della Serra
Cammino di Oropa della Serra
Cammino di Oropa della Serra

Tappa 3: le due varianti

Ora il Cammino di Oropa si divide in due e sta a te scegliere:

  • il sentiero della tramvia, più facile. La salita è un po’ più dolce e percorrerai un tratto lungo la strada delle macchine per arrivare ad Oropa.
  • il sentiero D1 più impegnativo, ma decisamente caratteristico nel bosco.

Noi abbiamo scelto il secondo perché è il sentiero originario del cammino ed è quello che più ci ricordava i sentieri di casa: il bosco da attraversare è davvero bello.

Comunque una volta arrivato al bivio sai che non manca molto: circa 5 km ti separano dalla fine del cammino, ma continua ad essere concentrato perché gli ultimi passi a volte sembrano non finire mai!

Il D1 è quasi interamente nel bosco, ben segnalato e sconsigliato con le piogge: ci sono diversi guadi che quando la portata d’acqua aumenta risultano davvero difficili da superare e il fango è ovunque. Quindi, in caso di piogge, scegli l’altro percorso!

La fine di questo sentiero più impegnativo la riconosci bene:
l’ultimo pezzo è caratterizzato da una serie di tornanti nel bosco con antichi gradini scavati nel terreno per la Via Crucis.
Ed ecco finalmente che si fa strada davanti a te il Santuario di Oropa!

Cammino di Oropa della Serra
Cammino di Oropa della Serra

Un cammino davvero ecosostenibile: il ritorno più divertente del mondo!

Premetto che Il Santuario di Oropa è collegato dalla linea degli autobus con cui puoi facilmente raggiungere Biella e poi Santhià o comunque casa tua.

È vero, costa poco ed è veloce, ma…

che divertimento c’è?

La bellezza di questo Cammino è che non finisce all’arrivo, ma, se vuoi, puoi rimandare la fine ancora un po’ più in là.

Puoi tornare a Santhià in bicicletta!

Noi abbiamo scelto di tornare in e-bike:

il noleggio della Serra ti porta le bici direttamente al Santuario di Oropa.

Una volta in sella non dovrai far altro che seguire la segnaletica o la traccia GPS della Ciclovia della Serra e ti giuro – ti giuro – che non te ne pentirai.

Cammino di Oropa della Serra
Cammino di Oropa della Serra
Cammino di Oropa della Serra

La Ciclovia della Serra

I primi chilometri infatti saranno lungo il Tracciolino  no, non questo! – una strada asfaltata panoramica tra le più belle e lunghe di tutto il Piemonte.

Ah, una figata che non ti ho detto è questa:

come hai fatto l’andata a piedi tutta in salita…

il ritorno in bici è inevitabilmente tutto in discesa!

Io quella mattina ero preoccupata:

non avevo mai usato la bici elettrica, non avevo mai percorso 65 km in sella, non sapevo cosa mi aspettava.

Bè… lo rifarei.

E poi ragazzi, se ce l’ho fatta io ce la fanno tutti 😀

È stato divertente, emozionante, anche abbastanza facile – le salite in e-bike sono fighissime!

Noi abbiamo avuto la fortuna di essere stati accompagnati per la maggior parte del percorso da Omar, proprietario del noleggio: abita qui da sempre e l’amore per la sua terra lo si percepisce a vista d’occhio.

Ci ha fatto da guida, portandoci anche fuori percorso lungo i sentieri – e si è fatto 4 risate vedendomi in difficoltà 😀

Ecco, io quel giorno sono decisamente uscita dalla mia zona di comfort, ma è stata un’eccezione solo perché Omar era con noi:

non preoccuparti che se rimani sulla traccia non ci sarà nulla di difficile, magari organizzati in modo tale da poter tenere il telefono con la traccia sul manubrio 😉

Cammino di Oropa della Serra
Cammino di Oropa della Serra
Cammino di Oropa della Serra

Movimento Lento può organizzare tutto al posto tuo!

Come ti ho accennato,

se ti affidi a Movimento Lento, compilando il loro questionario e associandoti a loro come abbiamo fatto noi, ti basteranno pochi click sul sito per avere tutto pronto e organizzato.

Infatti, l’associazione, ascoltando le tue esigenze che espliciterai nel questionario, prenota gli alloggi che fanno più al caso tuo e in base alle disponibilità presenti in quel periodo.

Ti consiglio comunque di prenotare tutto in largo anticipo perché il Cammino di Oropa negli ultimi anni è sempre più frequentato e visto che può essere percorso in soli 3 giorni, spesso i ponti disponibili sono sempre tutti pieni!

Parliamo di comodità: dove mangiare e dove dormire

Ecco quindi le nostre soste:

Se hai scelto di aderire al Movimento Lento avrai diritto a delle agevolazioni:

i ristoranti convenzionati infatti danno la possibilità di cenare con il Menù del Pellegrino – con piatti tipici piemontesi davvero squisiti – oppure avrai diritto al 10% di sconto sul menù alla carta (porta con te la tessera del Movimento Lento!).

Lungo il percorso ovviamente ci sono molte altre strutture convenzionate che puoi scegliere!

Voglio però sbilanciarmi: tra tutte la nostra preferita è stata il Santuario di Graglia. 

La cena ha prezzi decisamente abbordabili, con porzioni abbondanti e con tanto di bis. Puoi richiedere tranquillamente il menù vegetariano. La disponibilità del personale è davvero ottima, un’accoglienza che tutti i viandanti vorrebbero avere dopo così tanti chilometri a piedi è la ciliegina sulla torta. Virginia, la direttrice del Santuario, ti accoglierà a braccia aperte!

cammino di oropa della serra
Cammino di Oropa della Serra
Cammino di Oropa della Serra

L’accoglienza del Cammino di Oropa – e il pranzo

Lungo il cammino di Oropa in generale abbiamo trovato un’accoglienza che difficilmente si trova.

Un grazie particolare ad Antonella che ci ha accolti a Santhià e alla splendida famiglia della Locanda del Borgo che non negano mai ai viandanti due chiacchiere e infiniti sorrisi.

È davvero bello e confortante essere accolti così.

Per quanto riguarda i pranzi, dipende un po’ da come sei abituato.

Noi normalmente preferiamo fare colazione e cena abbondanti, senza diventare matti per cercare un pranzo come si deve.

In ogni caso ti consiglio di organizzare in anticipo le possibili tappe per pranzare perché i centri abitati sono separati da diversi chilometri (e la stessa cosa vale per la disponibilità d’acqua!)

Ecco come ci siamo organizzati noi:

  • A Santhià abbiamo preso un toast al bar del centro, lungo il percorso del cammino
  • A Magnano ci siamo fatti fare un panino alla Bottega del Borgo, gestita dalla stessa famiglia della Locanda e decisamente comoda perché è di fronte alla locanda e lungo il cammino
  • A Graglia puoi prendere un toast al bar del Santuario, noi abbiamo preferito comprare un panino al WoolBar di Sordevolo
  • Se hai bisogno di prendere qualcosa anche a Oropa, all’interno del Santuario ci sono tanti bar. Forse un po’ cari per i miei gusti… In ogni caso se torni in bicicletta passerai alcuni paesi, noi abbiamo preso una pizzetta ad Andrate (fuori traccia).
Ti dirò di più:
durante tutto il cammino io ho mangiato vegetariano senza alcun tipo di problema. Ogni ristoratore si è dimostrato accogliente e disponibile alla mia richiesta, quindi se anche tu hai questa esigenza sarai davvero soddisfatto! 
Cammino di Oropa della Serra
cammino di oropa della serra
Cammino di Oropa della Serra

Curiosità da pellegrini

Non voglio svelarti proprio tutto il cammino altrimenti non c’è più gusto nel percorrerlo.

Voglio però darti alcune brevi informazioni sui posti più significativi che attraverserai.

  • Camminerai lungo la Serra di Ivrea, una formazione geomorfologica di origine glaciale risalente al Pleistocene che si è formata grazie al lavoro dei ghiacciai durante la Glaciazione Mindel del Quaternario. Non immaginarti però una collinetta morenica: è una vera e propria montagna che fa parte del grande Anfiteatro Morenico D’Ivrea. In pratica stai camminando sulla più estesa area geomorfologica di questo tipo di tutta l’Europa! È un geosito e fa parte di un Sito di Interesse Comunitario che viene tutelato e curato soprattutto dal punto di vista della conservazione. Ricordati quindi di camminare sempre con rispetto, portare a fine tappa i tuoi rifiuti e, se puoi, pulisci quelli che trovi lungo il percorso. Prima di essere il Cammino di Oropa, qualunque sentiero che percorri è la nostra casa.

Nel video di Yuri in fondo potrai scoprire altri dettagli su questa zona!

  • Il Santuario di Oropa è situato a oltre 1100 metri di quota contornato dalle cime più alte delle Alpi Biellesi. È talmente grande che ti ci puoi perdere: in pratica all’interno è situato il Sacro Monte di Oropa che comprende diverse cappellette, una delle quali si dice che è stata costruita sopra il masso erratico sotto al quale – la leggenda narra – la statua della Madonna Nera di Oropa fosse stata nascosta da Sant’Eusebio. Intorno alla statua aleggiano leggende e miracoli, oltre alla presenza di un’intera galleria di ex voto davvero emozionante.
cammino di oropa della serra

Domande frequenti – e risposte veloci

Ecco alcune domande che ho ricevuto durante il cammino!

  1. A Santhià c’è un parcheggio libero dove lasciare la macchina?
    Sì, ci sono diversi parcheggi liberi senza disco orario tra cui quello della stazione (non custodito). C’è anche la possibilità di lasciarla in un parcheggio custodito al coperto per 7euro al giorno.
  2. Vorrei fare il cammino che avete fatto, è fattibile farlo con un cane? Assolutamente sì. Se fai la prenotazione tramite Movimento Lento, nel questionario ti chiedono se hai cani con te: ci sono diverse strutture lungo il percorso che accettano gli animali. Tieni sempre conto di portare la giusta quantità d’acqua anche per il tuo amico peloso. Un avvertimento: durante il cammino si attraversano diverse fattorie e pascoli con cani liberi, quindi tieni legato il tuo. Durante la nostra esperienza comunque abbiamo incontrato diversi viandanti con cani che non hanno avuto alcun tipo di problema. Per il ritorno in bici c’è la possibilità di noleggiare il carrellino chiuso per il trasporto del cane.
  3. Quanto costa il ritorno in e-bike?
    Qui puoi richiedere un preventivo.
  4. Quanto costa più o meno questo cammino?
    Dipende dai posti che scegli. Sul questionario ti chiedono le preferenze tra ostelli, Bed&Breakfast, hotel: in base alla tua scelta il prezzo ovviamente cambia.
  5. Cosa ti è piaciuto di più di questo cammino? Non vedo l’ora di farlo anche io!
    Il silenzio. Il verde dell’erba fresca di primavera. L’accoglienza gentile e non invadente. La sua semplicità. L’organizzazione puntuale. Avevo bisogno di un cammino facile, ma comunque allenante ed ha rispecchiato perfettamente le mie aspettative.
  6. Racconterai in dettaglio tutto il cammino? Vorrei avere più informazioni prima di partire
    In questo articolo trovi quasi tutto. La parte più dettagliata ed emozionale la scriverò in una guida, con calma… 🙂
  7. Perché siete andati in auto e non in treno?
    Di solito scelgo sempre il treno, questa volta abbiamo opta la via meno sostenibile per una questione economica. Il viaggio da Sondrio costicchia!
  8. Il percorso è ben segnalato?
    Tutto il cammino è ben tracciato, ci sono i bolli gialli e neri in entrambe le direzioni e ben visibili. Durante l’ultima tappa sono un pochino meno frequenti nei centri abitati, ma è davvero difficile perdere la via – a meno che tu non sia distratto! È un cammino facile anche per questo: se viaggi da sola/o è un buon allenamento per orientarti. Nei boschi trovi anche frecce gialle che indicano la via, cartelli CAI con le tempistiche e altre segnaletiche. Il ritorno in bici è segnalato da bollini bianchi e neri con il simbolo della bicicletta e la freccia che porta ad Oropa. Ricorda comunque di scaricare le tracce GPS o di usare l’applicazione SlowBi che ti mostra il percorso in tempo reale e segnala quando sei fuori traccia.
  9. Meglio scarpe da ginnastica o scarponcini da montagna?
    Dipende come sei più comodo. Io ad esempio non percorrerei mai un cammino con lo scarpone da montagna perché sarebbe troppo pesante, caldo e ingombrante e soffro già di mio di mal di piedi che con lo scarpone non riuscirei a tollerare. Mi trovo molto meglio con le scarpe da trail, basse, leggere e non in goretex. Lungo il Cammino di Oropa la maggior parte dei viandanti indossava scarpe basse, anche da ginnastica – ma attenzione alla suola e alle caviglie – e ho visto un ragazzo con gli scarponi. Poi comunque tutto dipende anche da quando fai il cammino, se c’è neve o meno.
  10. Qual è la tappa che ti è piaciuta di più?
    Per come l’ho vissuto io, ogni tappa mi ha dato qualcosa di diverso dall’altra. Comunque se dovessi scegliere ti direi che la prima è quella che mi è piaciuta meno e le altre due molto di più perché mi sentivo più a casa e nel mio habitat quando ho attraversato i boschi della Serra di Ivrea e delle Alpi Biellesi. Gli ultimi chilometri nel bosco per arrivare ad Oropa, seppur i più impegnativi, mi sono rimasti impressi: a un certo punto c’è una faggeta bellissima.
  11. Quanta acqua devo portare? Ci sono fontanelle?
    Il quantitativo dipende da te. Io consiglio sempre questo: meglio un litro in più che sentire la sete e disidratarsi. Ci sono fontanelle nei centri abitati, quindi non sono molte, e in periodi di siccità non funzionano. Qui puoi trovare avvisi del genere e essere sempre ben organizzato. Io personalmente mi trovo bene a portare 1,5 Litri nella camel bag – che in estate aumentano. La riempivo ogni mattina prima della partenza.
  12. Cosa hai messo nello zaino?
    Qui trovi tutto.
  13. Si può fare in tenda?
    Sì, ci sono anche diversi camping attrezzati. Sii ben preparato alla presenza di animali selvatici: è una zona con tanti cinghiali.
  14. C’è tanto asfalto?
    No, solo nei pressi dei centri abitati.

Spero che questo contenuto ti sia stato davvero utile per organizzare il tuo Cammino di Oropa della Serra.

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Se hai domande e hai bisogno di altri dettagli, scrivimi! Risponderò nel giro di poche ore.

Per altre foto e dettagli clicca qui.

 

Un abbraccio,
Benedetta ♥

 

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Vacanze in Valtellina tra sentieri e tradizioni

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Se hai scelto la Valtellina come meta per le tue prossime vacanze non sarò di certo io a fermarti:

non potevi fare scelta migliore!

Livigno, Bormio, Santa Caterina Valfurva sono le località più gettonate, ma sai che…

anche Sondrio non è poi così male?!

Ovvio, anche qui fa caldo, quindi ricordati di scegliere un appartamento sul versante orobico poco fuori dalla città così stai al fresco 🙂

 

Trekking urbani

Se sei qui da un po’ di tempo avrai sicuramente dato un’occhiata alla voce in menù “trekking urbani” e conoscerai già l’iniziativa che abbiamo intrapreso io e Yuri.

Ma, se ti sei imbattuto qui proprio ora per la prima volta te lo spiego in due righe:

Sondrio è una città abbastanza piccola da poter essere visitata completamente in qualche ora.

Offre tutti i comfort di una vera e propria città, ma ha la particolarità di essere immersa nel cuore della Valtellina, affiancata su entrambi i lati dalle montagne.

Questo ci ha fatto venire un’idea:

perché non creiamo una rubrica di itinerari partendo direttamente a piedi da casa?

Così si può attraversare la città a piedi e allontanarsi alla scoperta dei sentieri nei dintorni!

 

A questo link puoi trovare tutti i percorsi che abbiamo creato finora.

 

Vacanze in Valtellina

Come ti dicevo, Sondrio si trova proprio nel cuore della Valtellina, un territorio ricco di prodotti locali dove la tradizione e il gusto di certo non mancano!

La maggior parte delle pietanze tipiche, come in ogni località, sono i piatti poveri, fatti con ingredienti naturali e poco lavorati che la Terra ha dato a disposizione ad allevatori e contadini che vivevano in Valtellina.

Tramandati quindi di generazione in generazione le ricette sono state perfezionate sempre di più per dare origine a piatti davvero gustosi e decisamente carichi di calorie!

Per questo quindi Sondrio è il campo base perfetto da cui puoi partire alla scoperta delle specialità valtellinesi, soprattutto quelle più autentiche.

Puoi raggiungere la città in
auto seguendo la SS 38 dello Stelvio, ma se preferisci un’alternativa più sostenibile ricordati che il treno arriva anche qua: ti potrai poi spostare in città e nei dintorni a piedi, in e-bike o in bus.

 

Cosa fare in Valtellina in estate: esperienze a più non posso!

Che tu sia appassionato di trekking, mountain-bike, arte, storia o cucina sei nel posto giusto.

La bellezza della Valtellina sta proprio in questo:

è talmente vasta e varia che può soddisfare le preferenze di tutti. 

Infatti, 

Per gli appassionati di montagna: Sondrio è la base perfetta per poterti spostare nelle più famose valli della Valtellina come la Valmalenco, la Valmasino o quelle più lontane dell’Alta Valle.

 • Per gli amanti della storia: la Valtellina era un territorio molto strategico e per questo vedrai facilmente torri, fortezze e castelli dall’alto dei dossi rocciosi, oltre alle famose incisioni rupestri.

Ad esempio, 
ecco un itinerario da non lasciarsi scappare durante l’estate e uno dei castelli più belli da vedere nelle vicinanze di Sondrio.

 

5 itinerari enogastronomici per gli amanti della cucina e del vino

Come ti dicevo, 

la Valtellina è un mosaico ricco di tradizioni che continua a tramandare di generazione in generazione per non perdere la preziosa conoscenza della lavorazione dei suoi prodotti più tipici.

Non c’è niente di più bello di scoprire un paese, un luogo o una città conoscendo le sue ricette più antiche e assaggiando le materie prime che il territorio offre.

Si sa, la Valtellina è una terra famosa anche per questo!

Basta nominare alcune pietanze come pizzoccheri, sciatt, formaggi d’alpeggio, selvaggina e taroz, per farti venire l’acquolina in bocca.


 

Ecco quindi 5 itinerari che ti consiglio per goderti la Valtellina da ogni punto di vista.

 

1. Tra terrazzamenti, muretti a secco e…vino

Una camminata con partenza dalla città di Sondrio è l’ideale se vuoi ammirare i luoghi da cui nasce uno dei prodotti a cui questa terra e i suoi abitanti sono più legati: il vino della Valtellina. 

Non c’è niente di meglio del camminare tra i filari dei vigneti in cui viene amorevolmente coltivato per poi diventare il protagonista delle nostre tavole. 

Lo puoi fare tramite un itinerario immerso nel verde dei terrazzamenti sul versante retico delle Alpi fino ad arrivare alla località Triangia dove puoi trovare anche una Big Bench affacciata su gran parte della valle dopo circa 500 metri di dislivello. 

Lungo il percorso si attraversano alcuni paesini dove una tappa di degustazione è d’obbligo: un calice di Sassella Rocce Rosse DOCG con un tagliere di formaggi tipici valtellinesi, tra cui il semigrasso Casera DOP, con vista sulla Valtellina, che fa contenti anche i palati più raffinati.

 

Qui puoi trovare il sentiero per arrivare fino a Triangia.

 

2. A passeggio tra le vigne del Grumello

Un altro itinerario sulle sponde vitivinicole valtellinesi ha un’atmosfera più medievale e storica. 

Parti da Sondrio ma questa volta cammina in direzione dell’Alta Valtellina fino al comune di Montagna in Valtellina dove ti aspetta, dall’alto del suo dosso roccioso, il Castel Grumello. 

La passeggiata è davvero semplice e caratteristica: 

immersi tra i filari dei vigneti, si cammina proprio accanto agli antichi muretti a secco che hanno plasmato il versante della valle grazie ai quali potrai assaggiare il Grumello, vino rosso Valtellinese DOCG. 

Dopo aver saziato il palato, fermati a scoprire i segreti del Castel Grumello passeggiando tra i resti delle sue antiche mura e ammirando l’alta torre di vedetta.

 

Ecco il giro nel dettaglio.

 

3. Valtellina significa “valle di Teglio”: il regno di sciatt e pizzoccheri

Come abbinare il vino valtellinese tipicamente rosso, fermo e corposo se non con i famosi pizzoccheri? 

Il terzo itinerario enogastronomico che ti propongo è a qualche km di distanza da Sondrio, nella cittadina di Teglio, sede dell’Accademia del Pizzocchero. 

Tutti conoscono questo gustoso piatto della tradizione che ha come ingrediente fondamentale il grano saraceno e di cui i valtellinesi vanno davvero fieri. 

Di solito fanno coppia con gli sciatt: un altro piatto tipico della “valle di Teglio”. 

Di certo non puoi visitare la Valtellina senza assaggiarli! 

Il miglior modo per farlo è dopo una bella passeggiata immersi nella natura e nel silenzio dei boschi vicino a Teglio: 

Prato Valentino offre una rete di sentieri adattabili a tutti i livelli. 

È il posto ideale sia per le vacanze estive sia per quelle invernali. 

Fermati a Teglio per acquistare le materie prime dei pizzoccheri originali: un set fatto di pasta di grano saraceno fatta a mano, burro d’alpe e formaggio Casera a casa saranno sicuramente apprezzati.

 

4. Immergiti nella città di Sondrio tra quartieri contadini e piatti della tradizione

La città di Sondrio si presta molto bene per essere visitata completamente a piedi. 

È una cittadina ricca di tradizione e innovazione allo stesso tempo, in cui i palazzi più all’avanguardia contrastano i vicini quartieri contadini. 

Un itinerario perfetto è quello che attraversa il centro e ti accompagna a scoprire gli angoli più antichi della città: da Piazza Quadrivio segui la via Scarpatetti, un quartiere molto caratteristico che è rimasto fedele al passato, per immergerti nella vita contadina e rurale di un tempo. 

Da abbinare perfettamente a questo viaggio tra gli antichi lavori della terra, dei pascoli e del bestiame è un pranzo nei locali storici della città a base di polenta taragna e i tanto desiderati funghi porcini. 

Un vasetto di porcini essiccati potrebbe diventare un gustoso souvenir da portare a casa!

 

Ti consiglio questo itinerario tra luoghi storici e sentieri.

 

5. Le valli del Bitto e lo storico ribelle

Se ami la bicicletta questo è l’itinerario che fa al caso tuo. 

Da Colico a Bormio c’è un sentiero ciclopedonale che collega le maggiori città di tutta la Valtellina costeggiando il fiume Adda: il Sentiero Valtellina. 

Questa è l’esperienza ideale se vuoi fare qualcosa di diverso dal solito, sia che tu sia un esperto ciclista sia che tu non lo sia, dato che lungo il sentiero è possibile noleggiare le comode e-bike. 

Per un’esperienza totalmente immersa nel cuore della valle segui il Sentiero Valtellina fino a Morbegno: è la cittadina perfetta per assaggiare un altro prodotto tipico, il formaggio Bitto, proprio perché alle sue spalle si diramano le cosiddette valli del Bitto dove questo ben saporito formaggio d’alpeggio viene prodotto.  

La sua ricetta è davvero antica e fortunatamente viene tramandata da generazioni, ma solo una è l’originale: il cosiddetto Storico Ribelle realizzato negli alpeggi delle valli Gerola e Albaredo.

 

Qui puoi trovare un’escursione che parte proprio da Morbegno.

 

Spero che questo contenuto ti sia stato davvero utile per organizzare le tue vacanze in Valtellina.

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Se hai domande e hai bisogno di altri dettagli, scrivimi! Risponderò nel giro di poche ore.

Altrimenti, puoi dare un’occhiata qui per altri spunti su questo argomento…

oppure clicca qui per leggere il mio e-book sulle vacanze in Valtellina.

Un abbraccio,
Benedetta ♥

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Escursione in Val Codera nei pressi del Tracciolino

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La Val Codera è una delle valli più suggestive di tutta la Lombardia.

Forse con questa frase ho osato un po’ troppo, è vero, 
ma anche quando ti ho parlato del Tracciolino sono “andata giù pesante” con le parole:

fare un’escursione in Val Codera è un’esperienza unica nel suo genere.

Perché questa camminata ti conquisterà?

La Val Codera è raggiungibile solo a piedi (o in elicottero)
e il suo essere una “valle sperduta” l’ha resa la protagonista di leggende.

In Val Codera però si nasconde anche la verità più cruda:

qui, tra i suoi sentieri più impervi, venivano nascosti clandestini e partigiani.

Scopriamo quindi insieme una delle più belle escursioni che potrai mai fare in Lombardia,

a patto che ti piaccia stare lontano dalla civiltà 😉

 

Inquadramento geografico e il Lago di Mezzola

Siamo in Valchiavenna, ma proprio a ridosso della Valtellina.

L’ ambiente più unico che raro, aspro, sorprendente, fatto di rocce granitiche e lontano dal turismo.

Ho detto a ridosso della Valtellina perché la Val Codera fa parte del Comune di Novate Mezzola, in provincia di Sondrio e confina con la vicina Val Masino (siamo già stati in zona, ricordi?).

Alcune famose cime abbracciano dall’alto la vallata, come il Pizzo Badile e il Pizzo Cengalo che dall’alto dei loro 3300 metri sembra che la proteggano per mantenerla aspra, selvatica e intatta.

Se invece volgiamo lo sguardo verso valle, la Val Codera si affaccia sul lago di Mezzola, dal colore decisamente particolare.

Infatti, l’omonimo corso d’acqua della valle, il torrente Codera, è uno degli immissari del Lago di Mezzola, insieme al vicino Torrente Ratti che attraversa appunto la limitrofa Valle dei Ratti, e il Mera che procede dall’interno della Valchiavenna.

Osservando verso il Lago di Mezzola abbiamo davanti agli occhi una delle più recenti formazioni naturali derivate dall’accumulo dei sedimenti dei due corsi principali, l’Adda e il Mera: il Pian di Spagna.

Diversi millenni fa infatti il Lago di Mezzola era unito al Lago di Como.

Anche questo posticino, il Pian di Spagna, merita di essere visitato con una breve passeggiata o un giro in bici alla scoperta della ricchissima fauna locale, per concludere con una sosta meritata sulle sponde del Lago di Mezzola che dal 2020 è stato di chiarato nuovamente balneabile.

Ora la smetto di divagare, magari in un articolo ti parlerò per bene del Pian di Spagna 🙂

 

Come arrivare in Val Codera

Come ti dicevo la Val Codera non ha accessi per i veicoli,

figo no?!

Per iniziare questa escursione quindi ti consiglio di arrivare con l’auto a Novate Mezzola e seguire le indicazioni per la località Mezzolpiano.

Nei dettagli più sotto inserisco le coordinate del parcheggio così non hai scuse per partire!

La strada per arrivare è asfaltata e passa tra le case, quindi più facile di così non si può.

Il parcheggio è abbastanza ampio e di solito davvero poco frequentato.

 

La partenza

Dal parcheggio il sentiero è ben visibile.

Per il primo breve tratto si costeggia il torrente e si procede a zig zag in una serie di tornanti nel bosco.

Fin da subito il tracciato è caratterizzato da lastroni di granito che poco più avanti diventano veri e propri scalini: sono tanti e in salita, ma questa notevole costruzione agevola il passo.

Grazie a questa tipologia di sentiero il dislivello è ben concentrato all’inizio del percorso:

si sale velocemente lasciando alle spalle il lago che ogni tanto si intravede ancora tra gli alberi.

La segnaletica è ben presente:

ci sono alcuni cartelli CAI nei punti strategici che indicano Codera e lungo il percorso diversi bollini bianchi e rossi colorano le rocce.

 

Dopo circa 40 minuti di cammino infatti un cartello indica 1h15 per Codera: al bivio giriamo a destra.

 

Val Codera tracciolino escursione
Val Codera tracciolino escursione

Il percorso

A questo punto il lago è un lontano ricordo lasciato alle nostre spalle

e la montagna inizia a regalarci incredibili scorci e affascinanti pareti in granito.

Il sentiero in questo punto è costeggiato da una recinzione in acciaio:

come dicevo il territorio qui è abbastanza aspro e poco più in là della recinzione i dirupi sono parecchio scoscesi.

Lungo il tracciato però non avrai alcun problema di esposizione e di vertigini, quindi non ti preoccupare e continua a goderti l’escursione!

Il paesaggio intorno si fa sempre più roccioso e il sentiero ora inizia ad addentrarsi nella vallata:

resti e tracce dei lavori passati dei picapietra sono ben evidenti!

Non sai chi sono?

Te ne parlo nel video più sotto 🙂

Girati ancora una volta e ammira il lago perché d’ora in avanti non lo vedrai più fino al ritorno!

Gli ultimi gradini portano all’abitato di Avedèe:

prima delle baite incontrerai l’antica chiesetta molto caratteristica.

 

Se volgi lo sguardo in fondo alla valle riuscirai a vedere la meta di oggi: Codera!

 

Val Codera tracciolino escursione
Val Codera tracciolino escursione

La Val Codera: natura e storia

L’arrivo a Codera

Lasciato Avedèe il tracciato continua ad essere costeggiato da un parapetto in acciaio e il fondo è puro granito!

Si lasciano le baite e alcuni gradini in salita ci danno di nuovo il benvenuto:

ora ci aspetta una discesa un po’ ripida che attraversa un antico tunnel paramassi.

L’ultima fatidica salita in gradini ci dice che siamo arrivati:

ecco finalmente la bella Codera con il campanile in vista!

Codera è un’antica località di montagna formata da un gruppo di baite caratteristiche.

Le costruzioni sono tipiche del territorio e il grigio del granito domina per tutta la vallata!

Appena entri a Codera avrai il Rifugio La Locanda sulla tua destra dove puoi rifocillarti e dedicarti un bel piatto tipico montanaro.

Attenzione però perché la nostra escursione non finisce qui!

Attraversa Codera e ammira le sue case, nella zona più alta dell’abitato troverai anche l’Osteria Alpina.

Siamo a 825 metri di quota, ma ti assicuro che l’atmosfera qui è surreale tanto da sembrare molto più in alto.

 

Per ora abbiamo percorso circa 600 metri di dislivello positivo.

 

Val Codera tracciolino escursione
Val Codera tracciolino escursione
Val Codera tracciolino escursione

Il percorso ad anello lungo il Tracciolino

Lascia alle spalle Codera:

dove ci sono le ultime case potrai proseguire dritto verso le alte cime e i bivacchi,

questa volta però noi scegliamo di proseguire verso destra al bivio lungo il Sentiero Italia.

Direzione: San Giorgio Cola, ben indicata dai cartelli.

Si scende quindi nel bosco e si attraversano due splendidi e antichi ponti:

affacciati perché resterai sorpreso dalle splendide marmitte che troverai sotto i tuoi piedi.

Stai attraversando la valle e ben presto ti troverai all’abitato di Cii.

Rivedrai finalmente il lago e ti congiungerai ad un pezzo del sentiero del Tracciolino.

Anche San Giorgio Cola è ben visibile in alcuni punti del tracciato,

quindi ti assicuro che qui perdersi è proprio difficile.

In questo tratto anche il sentiero è cambiato, come il territorio circostante:

la zona granitica più aspra ha lasciato il posto a boschi di betulle e castagni.

Camminerai principalmente su sottobosco e foglie, il sentiero comunque è ben battuto.

Arrivati al bivio per Cola segui le indicazioni per San Giorgio Cola e lascia il Tracciolino,

 

con un ultimo sforzo sarai arrivato allo splendido paese affacciato sul lago.

 

Val Codera tracciolino escursione

Importante avviso sulla pericolosità del Tracciolino

Ti ho consigliato di lasciare il Tracciolino una volta arrivato al bivio perché nella zona della Val di Revelaso il percorso è chiuso per pericolo frana.

In realtà questa è un po’ un’incognita: c’è un’ordinanza comunale datata dicembre 2021, ma tutte le recinzioni sono aperte, quindi sicuramente qualcuno è passato di lì a suo rischio e pericolo.

 

Io ti consiglio comunque di non passare: questo tratto è davvero rischioso per frequenti frane.

 

Dettagli del trekking e consigli utili

Parcheggio: 46.22181493863021, 9.460391598294375

Lunghezza totale: 13,5 km

Dislivello positivo: 868 metri

Difficoltà: media. È richiesto un minimo di allenamento a causa del dislivello.

Ritorno da San Giorgio Cola

Non so se ti ricordi, ma in questo articolo ti avevo già parlato dell’altro tratto di Tracciolino!

In pratica l’altra volta siamo saliti da Novate Mezzola e abbiamo raggiunto San Giorgio Cola come prima meta e poi abbiamo percorso il Tracciolino verso Verceia.

Questa volta abbiamo scelto di scendere da San Giorgio Cola verso Novate Mezzola e tornare così alla cava di San Fedelino e alla macchina:

il percorso quindi già lo conoscevamo.

Ti consiglio di andare a leggere l’altro articolo per avere un quadro completo di tutta la zona,

 

anche perché entrambe le escursioni meritano davvero tanto!

 

Val Codera tracciolino escursione
Val Codera tracciolino escursione

Concludiamo in bellezza!

Questa è stata una delle escursioni più belle che ho fatto nell’ultimo periodo, credo anche che la compagnia di YuriFrancesca e Andrea sia stata davvero perfetta.

A volte sento proprio il bisogno di andare a scoprire posti sperduti e ti assicuro che in Val Codera aleggia un’aria antica, quasi misteriosa.

Oltre alla bellezza di queste valli, le ho trovate fortunatamente incontaminate.

Trovo prezioso il fatto che alcuni posti siano rimasti nascosti dal grande pubblico, così mi sono ritrovata ancora una volta ad essere in dubbio sul raccontarti o meno questo posto.

Penso di avere la fortuna di essere una persona molto sensibile, mettendo davvero la natura al primo posto e con la capacità di poter raccontare in modo semplice e genuino quello che vedono i miei occhi.

Credo – e spero – che con questo racconto io ti abbia fatto voglia di attraversare la Val Codera con rispetto, al ritmo dei tuoi passi, senza lasciare rifiuti, all’ascolto.

Ecco quindi il mio consiglio:

impara a muoverti in questo modo ogni volta che vai in montagna,

che sia in Val Codera o nella gettonatissima Val di Mello.

Porta i bambini, insegna loro l’amore per l’ambiente, il rispetto per la montagna.

E porta con te un sacchetto, raccogli le sporcizie che altri prima hanno lasciato lungo il percorso.

Scatta una foto e tagga Due passi in natura,

scrivi #nonlasciamotracce

e invita anche chi è con te a raccogliere.

Solo così vivremo in un mondo migliore.

Un abbraccio,

Benedetta

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L’allenamento per i cammini e la montagna: guida pratica

Negli ultimi anni sempre più persone si sono avvicinate al mondo dei trekking, o cammini di più giorni, e delle escursioni in montagna.

Qualcuno ha iniziato per caso, dopo aver organizzato una gita in montagna con gli amici.

Qualcun altro ha sentito il bisogno di camminare dopo il lavoro per staccare un po’.

Altri ancora hanno fatto lo zaino e sono partiti alla volta di un cammino di centinaia di km per motivi più profondi.

Se fai parte di queste persone sai benissimo che una volta che inizi a camminare non smetti più!

Non sempre però le cose vanno per il meglio e sono in discesa…

Anzi, direi che in montagna di salite ce ne sono parecchie!

Quindi, 

come affrontare i cammini e le escursioni in montagna? Bisogna allenarsi? Come faccio a raggiungere il risultato che vorrei?

Se ti sei posto almeno una volta una di queste domande continua a leggere: sei nel posto giusto!

 

Un passo alla volta

Se stai leggendo questo articolo è perché sei sicuramente un appassionato di camminate, escursioni e montagna.

Probabilmente stavi cercando un nuovo percorso su Google e sei finito su questo blog.

Quindi, prima di rispondere a tutte le domande, andiamo con ordine:

 

Perché devo fare allenamento?

Bene, ora possiamo iniziare sul serio.

La prima domanda viene davvero spontanea:

in tanti non immaginano neanche lontanamente che per andare a fare un giro in montagna ci voglia allenamento.

E invece ce n’è bisogno eccome.

Non tutti siamo amanti del fitness, anzi, dall’Istituto Superiore di Sanità viene confermato che:

Nella Regione europea l’inattività fisica […] si stima che sia responsabile di un milione di decessi annui. In quest’area i livelli di attività fisica praticata sono ancora bassi: il 30% della popolazione adulta non è sufficientemente attiva (2016) e, tra i 15enni, solo il 25% dei maschi e il 15% delle femmine raggiunge i livelli consigliati di attività fisica.

Un ulteriore studio mostra che “a livello globale oltre 1,4 miliardi di adulti (cioè oltre un quarto della popolazione mondiale) sono a rischio di malattie a causa della scarsa attività fisica.

Quindi, oggi voglio convincerti:

allenarti, diventare sportivo, usare il tuo corpo per fargli fare ciò per cui è nato

ti serve.

 

Perché andare a camminare?

L’allenamento per camminare è necessario per:

  • affrontare percorsi sempre più impegnativi
  • rendere più forti i tuoi muscoli e le articolazioni
  • impiegare sempre meno tempo per arrivare alla meta
  • avere la mente concentrata e sgombra
  • stare bene a 360°
  • metterci sempre meno tempo per recuperare le energie
  • aumentare la tua velocità di reazione a situazioni di stress e imprevisti
  • acquisire sempre più sicurezza e fiducia nell’ambiente montano
  • essere una persona in salute.
allenamento cammini montagna (2)

Primi passi

Se sei alle prime armi e i passi più lunghi che fai sono quelli dal divano al frigorifero,

questo paragrafo è scritto apposta per te.

Se sei esperto ti consiglio di leggerlo comunque: una rispolverata fa sempre bene!

Ecco il primo principio da sapere per allenarti alla montagna:

per imparare a camminare devi camminare.

Sembra la scoperta dell’acqua calda, ma non posso essere più sincera di così:

il nostro corpo è progettato per muoversi, per camminare sui nostri piedi.

Se ci pensi, camminare
è la cosa più naturale al mondone ho parlato anche qui.

 

Pro-memoria importanti per iniziare a camminare

Nessuno nasce “imparato” e a causa delle abitudini che abbiamo oggi, purtroppo, il nostro corpo a disimparato a camminare.

Se abiti in città lo sai proprio bene: tra auto, metro, tram…

le nostre gambe hanno bisogno di una svegliata.

Ecco come:

  1. Cammina in modo graduale.
    Hai due modi per allenarti tutti i giorni: lavorare sul tempo e sulla lunghezza.
    Per quanto riguarda il tempo ti direi che 30 minuti per camminare al giorno li troviamo tutti – se vogliamo 😉 – quindi all’inizio fai in modo di muovere le gambe per questo periodo di tempo.
    Se sei proprio fuori forma distribuisci i 30 minuti di camminata nell’arco della giornata. Scegli la mattina presto per fare una passeggiata all’alba: ti sveglia e ti rende più concentrato. Oppure esci la sera dopo cena: oltre a rischiarare la mente e prepararti al giorno dopo, aiuta la digestione. Gradualmente aumenta la distanza percorsa.

     

  2. Aumenta la difficoltà con calma. Dopo circa 2 settimane così vedrai che avrai trovato la voglia di muoverti di più. Inizia ad aumentare il tempo di cammino oppure aggiungi agli spostamenti a piedi che fai normalmente una camminata a passo svelto per almeno altri 30 minuti. Per renderla più piacevole, cerca un’area verde e stai in natura: qui puoi trovare consigli a riguardo.

     

  3. Migliora la frequenza.
    Stai andando benissimo! Ora non ti resta che far diventare questo stile di vita una vera e propria abitudine da fare tutti i giorni.
    E ricorda: tutti abbiamo tanti impegni e imprevisti. Può succedere che un giorno proprio non ce la fai a prendere del tempo per te e la tua camminata: non ti abbattere e soprattutto non mollare. Non abbandonare il tuo allenamento solo perché per una volta o per una settimana proprio non ce l’hai fatta. Riprendi da dove hai lasciato e vedrai che la tua routine ritornerà in breve ad essere quella di sempre.

     

  4. Impara a respirare!
    La respirazione è la prima cosa che devi imparare a fare in modo corretto. Soprattutto se hai l’obiettivo di andare in montagna l’iperventilazione è dietro l’angolo se non ti sei abituato fin da subito a respirare correttamente.
    Il mio consiglio per iniziare? Concentrati tanto sul respiro, non andare mai in apnea, usa il naso e la bocca.

Tips da segnare

Ecco i miei trucchi per accumulare più passi possibili durante il giorno:

  • per passeggiare durante la settimana parto direttamente a piedi da casa

  • vado a piedi al lavoro: tutti i giorni faccio 20 minuti a piedi all’andata e 20 al ritorno, anche nei giorni che devo tornare a scuola nel pomeriggio e fare il tragitto 4 volte

  • tutte le commissioni e la spesa settimanale le faccio a piedi. Mi organizzo in modo tale da cercare tutti i servizi nella mia città: in questo modo favorisco le aziende e i servizi locali!

  • i giorni che proprio non ho voglia o tempo di andare a fare la passeggiata dopo il lavoro cerco di farla la mattina presto quando porto fuori Bri – se hai un cane camminare è ancora più facile!

  • oppure la sera dopo cena, sempre con Bri, ma invece di stare sotto casa quei 10 minuti, faccio 20-30 minuti camminando a passo svelto

  • abito al terzo piano e prendo sempre le scale!

  • quando proprio non sono motivata, uso weward.

Come metterli in pratica per davvero: guardiamo in faccia la realtà

Ovviamente, riesco a fare tutte queste cose perché ora abito in una città.

Seppur piccola, Sondrio ha a disposizione tutti i servizi dei quali un cittadino medio ha bisogno, oltre ad avere tanti trekking urbani da inventare.

Prima di venire qui, abitavo in campagna e so quanto prendere l’auto sia indispensabile per fare tutto.

Però anche per te che non vivi in città c’è la possibilità di iniziare questo nuovo stile di vita decisamente più salutare: 

basta avere inventiva, trovare i servizi più vicini a te e, se ti devi spostare in auto per andare al lavoro, avrai sicuramente più tempo libero a disposizione da dedicare a una bella passeggiata pomeridiana di almeno 30 minuti!

Questo è lo stile di vita che da più di un anno sto mantenendo e devo dire che mi trovo davvero bene!

Oltre al fatto che se anche tu che stai leggendo inizi a fare la stessa cosa, ci sarebbe un calo delle emissioni e faremmo un grande favore al pianeta.

So che la difficoltà più grande è avere il giusto tempo a disposizione, ma tante volte questa è solo una scusa.

In 24h si possono fare tante cose,

il trucco è solo uno: 

organizzarsi bene!

 

Il passo successivo

Creare una nuova abitudine all’inizio è davvero difficile,

ma se sei hai seguito passo dopo passo i miei suggerimenti sei decisamente a buon punto:

iniziare è complicato, continuare è la normalità.

Il grosso del lavoro è fatto!

  1. Hai creato un nuovo stile di vita sano e consapevole
  2. Muovi tutti i giorni il tuo corpo
  3. Stai mettendo le basi per essere davvero in forma e pronto per affrontare la montagna

Ora non ci resta che differenziare l’allenamento che dovresti seguire se vuoi imparare a camminare per lunghe distanze, tempi e dislivelli.

Il criterio per poter decidere come andare avanti ora è solo uno:

scegliere il tuo obiettivo.

Una volta deciso, potrai allenarti nel modo più coerente possibile.

 

Obiettivo 1: affrontare un cammino di più giorni

Se il tuo scopo è proprio questo dovrai far fronte a tre principali aspetti:

  • camminare per lunghe distanze
  • riuscire a resistere per tutto il tempo del cammino senza patire le pene dell’inferno 🙂 (dolori, vesciche…)
  • saper gestire il peso dello zaino

Quindi, ora che stai passeggiando tutti i giorni da almeno due settimane dovrai iniziare ad allenarti per il tuo prossimo cammino.

Facciamo finta che tra un mese hai la partenza per un cammino di media durata e abbastanza semplice.

Ipotizziamo: 10 giorni di cammino con una media di 20 km al giorno e massimo 700 metri di dislivello al giorno.

Bene, che fare ora?

Continuare a passeggiare per andare al lavoro tutti i giorni non è l’allenamento corretto per questo tipo di obiettivo.

Bisogna fare “un passo in più”:

  1. Dividi il tuo tempo in settimane di preparazione: hai 4 settimane a disposizione

  2. Ad ogni passeggiata aumenta gradualmente il dislivello e la lunghezza del percorso.

  3. Utilizza le scarpe che porterai con te in cammino – non partire con scarpe nuove di zecca!

  4. Abituati a camminare su diversi terreni: organizza camminate su asfalto, sentiero con lettiera, fango, strade sterrate. Prova anche sotto la pioggia!

  5. Porta sempre con te uno zaino. Inizia con un peso leggerissimo e aumenta gradualmente: abituerai il tuo corpo e le tue spalle al nuovo peso.

  6. Non esagerare: non c’è bisogno di correre una maratona, altrimenti arriverai al cammino esausto, soprattutto se non sei abituato!

  7. Alterna i giorni con le attività che ti propongo tra poco dal paragrafo “potenziamento” in poi.

Obiettivo 2: alla conquista delle montagne

Tieni conto che tutte le indicazioni che ti ho appena dato vanno benissimo per affrontare le escursioni in montagna:

se segui tutto alla lettera sicuramente il tuo corpo ora, dopo 4 settimane, sarà allenato.

Ma, se il tuo obiettivo è salire in cima, questo ancora non basta!

Ci sono altri tre aspetti da preparare per rendere piacevoli le tue gite in alta quota:

  • la fatica
  • l’altitudine
  • il fiato

Per allenarti ai dislivelli devi…fare dislivello!

Anche in questo caso aumenta gradualmente: se ti sei appena avvicinato alla montagna non puoi pretendere di camminare in salita per 900 metri senza soffrirne.

E ti dirò di più, a fare così rischi solo di rovinarti l’esperienza e di decidere che la montagna non fa per te!

Se hai la possibilità di andare in montagna solo nel weekend continua a camminare e allenarti durante tutta la settimana e ogni sabato e domenica che andrai in montagna aumenta gradualmente la difficoltà.

Fare anche
altri tipi di sport durante la settimana per allenare il fiato aiuta molto. Ti consiglio di scegliere ancora attività all’aria aperta, come la bicicletta e la corsa!

 

Il potenziamento

Sul camminare direi che ci siamo,

ma non è tutto.

Per poter migliorare il fiato, la composizione corporea, il lavoro muscolare e la resistenza articolare occorre fare degli esercizi di potenziamento.

Ah, scegli di farli a distanza di qualche giorno dall’escursione in montagna!

Altrimenti rischi di sovraccaricarti ed essere più stanco di quello che vorresti.

Il potenziamento per allenarti ai cammini e alle escursioni in montagna può essere di due tipi:

  1. Attività aerobica. Questa comprende tutti gli esercizi che consumano un alto quantitativo di ossigeno come la corsa, gli allenamenti di tipo cardio…

  2. Attività anaerobica. Questa comprende, al contrario, tutti quegli esercizi che richiedono uno sforzo limitato nel tempo (come i pesi).

Organizza la tua settimana in modo tale da distribuire diversi tipi di attività, oltre alle camminate.

Tieni conto del tuo livello di partenza: non strafare!

Impara ad ascoltarti e ad agire di conseguenza.

allenamento cammini montagna (2)

Gli esercizi

Qui di seguito puoi vedere alcuni degli esercizi che faccio io circa due volte alla settimana.

Se vai in palestra e sei seguito da un personal trainer sei già avvantaggiato!

Se invece parti da zero ti consiglio di imparare la tecnica alla perfezione per evitare di farti male: ogni esercizio va completato nel miglior modo possibile, senza fare movimenti bruschi o superficiali.

Rimani concentrato per tutto il tempo necessario.

Ecco alcuni esercizi che faccio io per potenziarmi:

  1. Alzate laterali
  2. Push up
  3. Salto della corda
  4. Crunch
  5. Russian twist
  6. Plank
  7. Bridge/ponte glutei
  8. Squat
  9. Affondi alternati

In ogni caso ti consiglio farti seguire da un personal coach esperto.

Inizia con le basi, impara la tecnica e poi aumenta la difficoltà aumentando il numero di ripetizioni in serie e/o aggiungendo i pesi al corpo libero.

allenamento cammini montagna

La corsa

Dal mio manuale di naturopatia che sto studiando leggo “la corsa è l’attività fisica e sportiva per eccellenza, più efficace, benefica e piacevole che si possa praticare”.

Ora, sul piacevole credo che tanti che ancora non la praticano non siano d’accordo…

E lo capisco benissimo.

Io mi sto avvicinando a questo mondo proprio negli ultimi mesi.

Ho sempre provato ad andare a correre, ma non sono mai stata costante e avendo anche problemi alle ginocchia diciamo che l’ho sempre scampata.

Che la corsa sia lo sport più efficace in assoluto ormai però è un dato di fatto:

è un’attività completa.

Tra l’altro il nostro corpo è fatto per correre, basta pensare agli uomini primitivi che, prima dell’addomesticazione dei cani e l’avvento dell’agricoltura e allevamento, dovevano fidarsi solo delle proprie gambe per potersi sfamare.

Ci hai mai pensato?

Il nostro corpo è l’unico che può correre per centinaia di chilometri senza stancarsi.

E non sto esagerando…

Per approfondire l’argomento ti consiglio di leggere questo libro!

Dunque, torniamo a noi.

Se sei un principiante ti consiglio di correre due volte alla settimana. Se solo l’idea ti fa ribrezzo, non pensare di dover correre a tuono per 1 ora di fila e arrivare a casa senza più fiato né gambe.

Per un buon allenamento devi avere due cose fondamentali:

pazienza e costanza.

Datti tempo, insisti, motivati, segui i giusti consigli per allenarti al meglio e vedrai che piano piano i risultati arrivano. Spesso avere un compagno di allenamento aiuta!

Ah, prima di iniziare fai una visita medica, così ti togli ogni dubbio.

La corsa per allenarsi ai cammini e alla montagna è fondamentale: ti aiuta con il fiato, rinforza le gambe, ma anche la parte superiore del corpo e gli addominali.

È il metodo perfetto per imparare a respirare bene e vedrai che la prossima volta che andrai in montagna sarai molto più forte.

Io ci sto provando proprio ultimamente, che ne dici se ci sosteniamo a vicenda?

allenamento cammini montagna (2)

Il riposo

Molti lo sottovalutano, ma il riposo fa parte dell’allenamento.

Serve per ricaricare le energie e per dare il tempo al nostro corpo di memorizzare ciò che si è fatto e prepararsi alla prossima sfida.

Solo con il giusto riposo si può dare il massimo la volta dopo…

se il tuo corpo è troppo stanco non otterrai alcun risultato a lungo termine.

In questi giorni ti consiglio di fare stretching: andrebbe fatto quasi tutti i giorni eh, ma iniziamo per gradi.

Ad esempio, io tendenzialmente faccio così:

  • il giorno dopo la corsa mi riposo
  • il giorno dopo un’escursione impegnativa in montagna mi riposo

Attenzione!

Riposarsi non significa passare tutta la giornata sul divano eh 🙂

Fare stretching e continuare con le abitudini sane (come fare tutti gli spostamenti a piedi) è il modo perfetto per far sì che anche il riposo faccia parte dell’allenamento.

In fondo, la somma di tutte le nostre abitudini sane fa sì che diventiamo sportivi e allenati.

Un ottimo strumento che ti consiglio di usare dopo le camminate in montagna e la corsa è il foam roller: eccone un esempio.

E per rendere questa routine più dinamica e divertente, ogni tanto fai yoga!

allenamento cammini montagna (2)

Siamo ciò che mangiamo

Questo paragrafo sarà breve e superficiale perché non sono una nutrizionista e preferisco che contatti qualcuno di più esperto.

Una cosa però la so:

l’alimentazione sana è tutto.

Non puoi pensare di condurre uno stile di vita attivo, sano e sportivo se non ti prendi cura di te stesso anche attraverso i piatti che mangi.

Che tu sia onnivoro, vegetariano o vegano non importa ora: solo tu sai se stai mangiando in modo consapevole e salutare.

E questo vale anche per quando vai in montagna!

  • Nello zaino porta con te alimenti sani che ti danno energia

  • Ricorda sempre di portare dell’acqua con te, questo aspetto non sottovalutarlo mai!

  • Durante i cammini di più giorni dovresti organizzare bene l’alimentazione prima di partire: informati sui ristori, bar, ristoranti che ci sono lungo il cammino.

    Cerca di capire se in tutte le tappe ce ne sono: meglio saperlo prima e organizzarti in tempo piuttosto che rimanere senza scorte nel bel mezzo del nulla!

Il consiglio più sincero che posso darti sull’alimentazione è quello di affidarti ad un esperto,

cosa che ho intenzione di fare anche io a breve:

mi sono sempre informata su tutto ciò che riguarda l’alimentazione, ma da quando mangio vegetariano ho bisogno di un supporto in più per poter bilanciare bene gli alimenti e ottenere i risultati sportivi che vorrei.

La mia alimentazione

Quello che ho notato durante i cammini è che spesso nei menù dei viandanti frutta e verdura scarseggiano.

Durante la Via degli Dei mi sono resa conto di questa cosa e sono tornata a casa con l’estremo bisogno di mangiarle!

Non dovrebbe essere così, ogni piatto dovrebbe avere la giusta fonte di carboidrati, proteine, fibre e grassi per poterti mantenere in forma per il giorno dopo.

Io per i cammini ho trovato questa soluzione che porto con me.

Per aiutarmi nel recupero, per dormire meglio e per essere energica utilizzo anche:

  • l’olio al CBD*. Se vuoi provarlo con il codice BENNISALA hai il 15% di sconto.

  • un mix di vitamine B attive* in cui è presente un’alta concentrazione di vitamina B12, necessaria a chi segue un regime alimentare vegetale. Provala scontata al 10% con il codice: METAVEG10.
*link affiliati.
 

Ora voglio darti un consiglio:

sii sempre consapevole di ciò che hai nel piatto.

L’alimentazione è la cosa che influenza di più il nostro pianeta.

Servono campi coltivati, animali da macello, litri e litri di acqua e tante, ma davvero tante, altre risorse.

Se stai leggendo questo blog avrai di certo la facoltà per riflettere su cosa e come mangi:

prenditi del tempo per acquisire una nuova abitudine se non ti senti a tuo agio con quello che compri e che porti a casa. 

Valorizza sempre il mercato locale, le materie prime, gli ingredienti di qualità e quelli grezzi, meno lavorati possibile. Informati sulla provenienza della carne che mangi ogni giorno, sul trattamento che viene riservato al bestiame che compri.

Non essere superficiale, non fare finta di nulla…

Per concludere

Detto questo,

io ti ringrazio davvero di cuore per aver letto fino a qui.

Spero tanto che questo articolo ti sia stato utile perché ci ho messo davvero studio, anima e cuore per scriverlo:

puoi dire la tua nei commenti o scrivermi una mail.

Ricordati che tutto quello che ho scritto è il frutto della mia esperienza, dei miei valori e della mia routine. Quello che ti ho raccontato è modulato su di me, sulle mie capacità e sui miei limiti che conosco molto bene e che cambiano di continuo in base a come cambio io.

Solo tu conosci al 100% il tuo corpo e solo tu sai cosa va bene per te e cosa no.

Una cosa però è certa:

spero che tu ti voglia davvero bene

tanto da capire quanto sia importante vivere in un corpo sano e in un mondo consapevole.

Magari nella newsletter ti racconterò nel dettaglio la mia settimana di allenamento, ci stai?

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Valtellina per famiglie: 10 cose da fare con i bambini

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La Valtellina è la meta perfetta per trascorrere delle divertenti vacanze in famiglia.

È talmente vasta e piena di opportunità che è in grado di accontentare tutti.

Ma proprio tutti!

Dagli avventurieri amanti della montagna

ai cercatori di relax;

dai bambini abituati a camminare

e a quelli invece che sono alle prime armi

o proprio non ne vogliono sapere di fare due passi.

Una cosa è certa:

l’estate in Valtellina piace proprio a tutti.

Qui puoi divertiti in sicurezza, in mezzo alla natura e puoi trovare tante attività che uniscono grandi e piccoli.

Ecco 10 esperienze che ho selezionato per te e la tua famiglia,

spero ti piacciano!

E se le farai grazie a questo articolo scrivimi, fammi sapere com’è andata!

 

1. Alla ricerca delle marmotte

Nel cuore della Valmalenco c’è il Parco delle Marmotte: una distesa verde di erba e rocce dove questi simpatici animali scavano le loro tane e trascorrono i mesi estivi a scorrazzare tra i prati.

Questa è un’ottima occasione per avvicinare i bambini al mondo degli animali selvatici che vivono in montagna.

Le marmotte di Chiareggio sono abituate alla presenza dell’uomo e per questo si possono osservare per lungo tempo e a poca distanza: ricordati però di non uscire dal sentiero e di rispettare gli animali.

Questa è la perfetta esperienza per far vivere alla tua famiglia qualcosa di unico!

 

2. Il Museo di Scienze Naturali

Piove?

Nessun problema!

Non c’è niente di meglio di continuare a scoprire la natura… al chiuso!

In Valtellina ci sono diversi musei, uno più bello dell’altro.

Io per ora ti consiglio quello di Morbegno: 

il Museo di Storia Naturale è aperto in alcuni pomeriggi e organizza spesso eventi e attività didattiche di educazione ambientale.

Alcuni incontri più formativi sono anche per adulti!

Qui puoi trovare tutte le informazioni.

 

3. Un ponte da record

Il Ponte nel Cielo: è così che si chiama il ponte tibetano più alto in Europa che si trova proprio in Valtellina.

Più precisamente in Val Tartano, a 140 metri di quota, si è guadagnato così il record europeo: un’avventura da non perdere per i più piccoli.

Per poter accedere al ponte occorre prenotare e dotarsi del biglietto, ma per i bambini sotto i 14 anni l’accesso è gratuito.

Superato il ponte l’avventura continua: ci sono diversi sentieri e per rendere questa esperienza ancora più entusiasmante, munitevi tutti di scarpe da trekking e andate a esplorare il bosco… è il posto ideale per il birdwatching!

Se hai con te bambini piccoli o poco abituati alla montagna ti consiglio di seguire il Sentiero dei Ponti.

Altrimenti, per i più esperti, puoi seguire il Sentiero delle Arene (ne ho parlato qui).

Ecco il sito ufficiale dove puoi prenotare. 

 

bambini valtellina

4. Relax e divertimento ai Prati di Punta

Il laghetto di Grosotto, un bacino artificiale di pesca sportiva, può diventare lo spot perfetto per una giornata di relax in famiglia.

Tanti sono i servizi che questa attività propone tra cui la pesca sportiva, i campi da tennis, un campo di pallavolo e calcetto, un bar e ristorante, un parco giochi per i più piccoli e d’estate anche una piccola piscina.

Io ho passato qui la mia infanzia ♥

Mentre mamma e papà si rilassano sul prato o al bar, i bambini si divertono ad osservare i pesci e gli altri animali. Ci sono oche, germani reali, coniglietti e uccelli.

Attenzione: il mercoledì il laghetto di Grosotto è chiuso!

 

bambini valtellina
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5. Un salto da urlo

Nel cuore della Valle del Bitto c’è una delle esperienze più emozionanti e adrenaliniche di tutta la Valtellina: l’aerofune di Fly Emotion.

Due voli sospesi tra le montagne, da fare da soli o in coppia, adatto anche ai bambini e in totale sicurezza: l’unica limitazione è dettata dall’altezza e dal peso, ma non ci sono limiti d’età!

E per divertirsi ancora di più tra gli alberi di Bema si possono effettuare i 4 percorsi sospesi dell’aerobosco: indossata l’apposita imbracatura si procede superando gli ostacoli e le sfide che il parco avventura propone.

Adatto a grandi e piccoli: ogni percorso ha il suo livello di difficoltà!

Eccoli qui!

 

6. Il trenino rosso più famoso

Da Tirano a Sankt Moritz passando per la Valposchiavo

quella del Bernina Express è un’esperienza indimenticabile, da fare in ogni stagione.

È la tratta ferroviaria alpina più alta e una parte di territorio che attraversa fa parte del Patrimonio UNESCO.

Dal finestrino del famoso trenino rosso si possono ammirare i ghiacciai svizzeri e i territori più inesplorati, fino alle immense praterie degli alpeggi alpini e le loro grandi vallate. 

Un’avventura che ogni famiglia dovrebbe provare!

Prenota subito!

 

7. Dal Gaudì della Valtellina alle incisioni rupestri

Al Dosso dei Castelli, tra Grosio e Grosotto, svetta un antico castello all’interno di un parco tutto da esplorare: quello delle Incisioni Rupestri.

In realtà i castelli sono due, uno più antico dell’altro:

i segreti della fortezza e della Rupe Magna possono essere scoperti grazie alle visite guidate che il parco organizza ogni giorno tranne il lunedì (giorno di chiusura). Per i bambini sotto i 10 anni la visita è gratuita!

E non è finita qui! Nei pressi del facile sentiero per raggiungere il Parco si possono ammirare le bellezze create dall’artista ormai definito il Gaudì di Grosio.

Esplora il parco.

 

bambini valtellina
bambini valtellina

8. Un pic-nic immerso nel verde

Un piccolo angolo di pace situato in Aprica: 

la Riserva Naturale Pian di Gembro è un’oasi immersa nel verde e nella tranquillità, 

ideale per essere visitata e scoperta dai bambini più curiosi ed esploratori della natura.

L’ambiente della torbiera di origine glaciale domina il paesaggio e una rete di sentieri ben segnalati e strutturati con l’utilizzo di cartelli didattici rendono le passeggiate ancora più piacevoli.

Il Pian di Gembro è una scuola a cielo aperto dove si possono ammirare svariate specie di fiori e piante rari, insetti e uccelli di tutte le specie e, se si è fortunati, anche qualche animale più grande.

 

 

9. Alla scoperta della fauna selvatica

Rimaniamo in Aprica e spostiamoci all’Osservatorio Eco-Faunistico Alpino, nel Parco delle Orobie Valtellinesi, accessibile solo su prenotazione, dove si possono ammirare i tipici animali della montagna a poca distanza e in semi-libertà.

Camosci, stambecchi, scoiattoli, rapaci e persino due orsi bruni! 

In pratica è un laboratorio didattico en plein air.

Il parco organizza delle visite guidate di due ore: si parte dalla funivia Palabione.

 

10. Meritato relax!

Ora un po’ di riposo è decisamente meritato.

Tutto il territorio della Valtellina è ricco di fattorie didattiche e agriturismi che organizzano eventi in giornata per bambini di tutte le età: è l’occasione ideale per gli adulti di regalarsi un po’ di relax.

Come?

Con un pranzo tipico valtellinese in agriturismo oppure con una giornata alle terme. Scegli l’azienda che ti piace di più e passa una splendida giornata di coppia!

 

Spero che queste 10 esperienze ti abbiano fatto venir voglia di partire!

Un abbraccio,
Benedetta

 

 

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3 laghi da ammirare vicino a Sondrio

Sai che vicino a Sondrio ci sono 3 escursioni ideali per l’estate?

Non so tu, ma quando io vado in montagna in quel periodo mi piace tanto avere come meta un lago.

Sarà che sono i perfetti protagonisti dei nostri scatti,

sarà che alla sola vista ci rinfrescano nelle giornate più torride…

ebbene sì,

i laghi alpini sono la meta ideale per le tue vacanze in montagna.

E ti dirò di più,

in Valtellina ce ne sono tantissimi!

 

I laghi della Valtellina

La Valtellina infatti ha una rete idrografica davvero vasta.

Purtroppo con l’andamento delle piogge negli ultimi anni non ti posso garantire uno stato di salute perfetto dei nostri laghi.

A volte, andarli a vedere mi ha rivelato brutte sorprese…

E visto questo inverno, temo che sarà ancora così.

Tra l’altro,

in Valtellina puoi trovare tanti bacini, sia naturali sia artificiali.

Alcune dighe, seppure elementi antropici che “rovinano” la vista, sono delle imponenti creazioni davvero maestose.

I colori cambiano dal verde al blu intenso, soprattutto grazie alle caratteristiche delle rocce su cui si trova il lago.

In Valtellina ci sono così tanti laghi che li puoi trovare a tutte le quote e sono raggiungibili tramite escursioni di diversi livelli.

Molte anche adatte alle famiglie.

Lago Venina

Le sorprese nei dintorni di Sondrio

Elencare tutti i laghi della Valtellina è un’impresa davvero lunga,

oltre al fatto che questo diventerebbe un post asettico e noioso.

Così oggi voglio soffermarmi sui laghi nei dintorni di Sondrio:

devi sapere che durante le mie passeggiate sulle montagne che si affacciano sulla città ho scoperto diversi laghi, soprattutto naturali.

Non potevo tenermeli tutti per me,

così ho deciso di raccontarteli proprio adesso.

Ho scelto 2 laghetti naturali veramente poco conosciuti, mentre

l’ultimo è un lago che è la meta preferita di molti.

Ho deciso di inserirlo qui perché magari tu non sei del posto ed è la prima volta che vieni in questa magnifica valle!

 

Una premessa naturalistica…

Se sei capitato qui per caso,

devi sapere che in questo blog troverai spesso consigli su come muoverti in montagna, ma soprattutto, sulla natura che incontri lungo il cammino e alcune accortezze che devi mettere in pratica per non rovinarla.

Io sono una naturalista ed educatrice ambientale, quindi prima di consigliarti dove andare, ci tengo molto a metterti in guardia.

Potrei benissimo evitare di raccontare tutte le escursioni che faccio

o i posti che scopro, 

ma io la vedo così:

è da egoista tenere queste preziose informazioni tutte per me.

Quindi ho deciso di raccontarle sul mio blog ad un patto.

Se andrai a camminare grazie alle mie dritte, dovrai:

mantenere pulito il sentiero e i dintorni

– avere rispetto della fauna selvatica, non disturbarla e non avvicinarla

diffondere le buone maniere dei viandanti in montagna: solo con il passaparola possiamo vivere in un mondo migliore.

Queste accortezze riguardano anche i laghi alpini.

Ogni specchio d’acqua, specialmente quelli naturali, che incontri sul cammino è un vero e proprio ecosistema ricco di biodiversità, tra cui microrganismi, anfibi e vegetali spesso autoctoni.

Devi sapere però che questi tipi di ambienti e di organismi sono davvero delicati e basta un minimo cambiamento all’equilibrio per destabilizzarli e creare spiacevoli conseguenze.

Spesso sono conseguenze che a noi non toccano

perché non ne abbiamo la percezione.

Ma il danno è presto fatto, quindi:

non fare il bagno nei laghi alpini.

Io anni fa lo facevo e mi divertivo tanto, ma non mi rendevo conto del danno che stavo recando.

Ad oggi ho imparato dai miei stessi errori…

A volte mi capita di pucciare i piedi in acqua, ma sto bene attenta a quello che faccio e soprattutto se posso evitare, evito di farlo.

Ora che sei davvero pronto,

ecco i laghi che ho scelto per te.

 

laghi sondrio valtellina

1. I laghi delle Zocche e della Casera

Esci da Sondrio in direzione Albosaggia e segui le indicazioni per la località Campelli.

Puoi parcheggiare l’auto qui: 46.13716725483011, 9.867672097551553.

Da qui prendi il sentiero che attraversa le antiche baite e segui le indicazioni per il Pizzo Meriggio, il simbolo delle Orobie Valtellinesi.

Attraverserai vicoli e ampi pascoli che d’estate sono baciati dal sole.

Arrivato al bivio che ti porta in cima al Meriggio, scegli di proseguire in piano verso destra.

In breve tempo raggiungerai gli splendidi laghetti delle Zocche, incastonati all’interno di una piccola valle.

Proseguendo lungo il percorso si arriva al Lago della Casera, decisamente più grande dei precedenti.

Da qui puoi proseguire e raggiungere i Campelli facendo un anello.

Questa è un’escursione con 740 metri di dislivello, che per i più allenati può diventare ancora più avventurosa se si raggiunge la cima del Pizzo Meriggio dalla quale c’è una vista panoramica su tutta la Bassa e Media Valtellina.

 

2. Il lago di Colina

Sul versante opposto rispetto a quello appena visto c’è un altro splendido laghetto che ti aspetta.

Situato sulla sponda Retica delle Alpi, il Lago di Colina è uno specchio d’acqua incastonato tra gli alpeggi.

Se vai a vederlo d’estate, molto probabilmente troverai mucche e capre al pascolo e lungo il sentiero potrai comprare del formaggio d’alpeggio direttamente dal fornitore.

Per raggiungerlo, sali in auto a Triangia e poi segui le indicazioni per Ligari.

Per una camminata più impegnativa puoi parcheggiare qui, altrimenti prosegui lungo la strada sterrata fino alla Croce del Poverzone.

– è una strada di montagna abbastanza impegnativa se non sei abituato a guidare in questi posti, quindi valuta bene la scelta –

Da qui in avanti il sentiero è una facile strada pianeggiante che ti porta all’Alpe Colina.

Dettagli dal Poverzone: 5,5 km, 250 metri di dislivello in salita (solo andata).

 

due passi in natura
laghi sondrio valtellina

3. Il lago Palù

Per questa meta ci spostiamo di più rispetto a Sondrio e andiamo nella bella Valmalenco!

Questo, come ti dicevo, è un lago molto più famoso e gettonato.

I sentieri sono decisamente più facili rispetto a quelli che ti ho raccontato prima, quindi questa diventa la perfetta gita per le famiglie.

Per raggiungere il Lago Palù devi superare Chiesa in Valmalenco e seguire le indicazioni per San Giuseppe.

Parcheggia ai piedi degli impianti sciistici.

Da qui un’ampia strada sterrata di facile percorrenza ti porta in leggera e costante salita verso l’Alpe Palù dove troverai il rifugio e il magnifico lago, uno dei più grandi bacini naturali dell’intera Valtellina. 

D’estate è possibile raggiungere l’Alpe Palù anche in seggiovia da Chiesa o da San Giuseppe.

Questa escursione si sviluppa in circa 500 metri di dislivello, che possono essere ridotti se si parcheggia ai Barchi, sopra San Giuseppe (questa alternativa è possibile solo d’estate).

È l’escursione perfetta anche per l’inverno:

facile e ideale con le ciaspole

la reputo un’ottima meta anche nel caso di avvicinamento alle camminate in montagna con la neve.

Conoscevi già questi laghi?

Ne hai altri da consigliarmi?

Scopri anche il lago più bello della Valmalenco!

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Valle d’Aosta: 2 escursioni per un weekend di avventure

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La Valle D’Aosta mi ha sempre incuriosito, ma, per un motivo o per l’altro, non ci sono mai stata.

Fino ad oggi.

E devo dire che avevo ragione ad esserne così interessata:

è bastato un breve weekend per scoprire una valle piena di sentieri, un territorio dal valore inestimabile che non ha solo a che vedere con gli impianti da sci.

In questo breve articolo voglio farti venire voglia di partire:

occorre solo una breve fuga, come è successo a me, per convincerti che la Valle D’Aosta è un piccolo angolo di paradiso ai piedi delle montagne più alte d’Europa.

Cosa aspetti?

Le montagne della Valle D’Aosta

Una delle cose che mi ha più colpito di questo territorio riguarda le persone.

Camminando sulle montagne e i sentieri della Valle D’Aosta si percepisce la cura e l’impegno che i valdostani mettono davvero nella conservazione del territorio.

È semplice da vedere e ti consiglio di farci caso anche tu quando ci andrai:

  • i sentieri sono ben tenuti
  • le indicazioni sempre presenti e accurate
  • persino in città sono tutti ben disponibili ad aiutarti e consigliarti escursioni

Per non parlare della bellezza della valle, ma questo forse è un argomento un po’ scontato che non voglio approfondire.

Prima di tutto perché è soggettivo e ognuno può giudicare in base ai propri gusti.

E poi perché altrimenti non avrei scritto questo articolo, no? 😉

Una cosa però la voglio dire:

dovunque deciderai di alloggiare, prendi la strada verso la Francia…

il Monte Bianco ti apparirà davanti all’improvviso e, se non lo hai mai visto, rimarrai a bocca aperta.

È imponente, maestoso, ti fa sentire piccolo e insignificante.

Ma soprattutto

 

mi ha fatta sentire tanto orgogliosa e anche rispettosa nei confronti della sua enorme mole.

weekend valle d'aosta escursioni
weekend valle d'aosta escursioni

Visitando Aosta

Ora però andiamo con ordine.

Per la tua prima volta in Valle D’Aosta, anche se sei un grande amante della montagna e della natura, fai un salto ad Aosta.

La città è piccola, con i suoi 34 mila abitanti, non è di certo una di quelle grandi metropoli soffocanti.

E’ intrisa di storia, dal Teatro Romano alle antiche mura, che ti consiglio di vedere.

Si gira velocemente, basta anche solo una mezza giornata.

Come Sondrio, ovunque guardi sei circondato dalle montagne e forse è anche questo dettaglio che mi ha fatta sentire come a casa.

Alla fine, minimizzando, la Valle D’Aosta è come una Valtellina più stretta, con aggiunta dell’autostrada.

Devo confidarti che non ho dedicato del tempo ad Aosta, l’ho vista davvero di fretta, e ci voglio tornare proprio per visitarla come si deve. 

Quel poco che ho visto mi è comunque bastato per dirti che merita un tour esplorativo.

Il centro di Aosta offre una vasta gamma di ristoranti, bar, birrerie, negozi e tanto altro.

 

Continua a leggere e scoprirai i migliori posti per mangiare 😛

weekend valle d'aosta escursioni (3)
weekend valle d'aosta escursioni (3)

Dove alloggiare

Ho voluto tenere come punto di riferimento Aosta per essere vicino a tutti i comfort,

ma ho scelto di alloggiare a Pont Suaz, un paesino proprio alle porte del capoluogo.

Adesso mi è un po’ difficile continuare a scrivere ed essere oggettiva…

Ti confido un segreto.

Non mi sono mai trovata così bene per un weekend fuori porta come è successi qui.

L’alloggio che ho scelto è un appartamento, chiamato La Maison Du Papagran, gestito da Laurence.

Non voglio spoilerarti troppo, però ti posso dire che dormirai nel relax, con le finestre affacciate sulle montagne, nel silenzio, con una graziosa cagnolina in giardino e… persino le mucche!

Sono arrivata venerdì sera e mentre passeggiavo in giardino sentivo dei rumori vicino a me.

Ho pensato ci fosse qualche animaletto, che ne so, un riccio…

La mattina dopo mi sono svegliata presto e la prima cosa che ho fatto è stata quella di aprire la porta di casa per godermi le prime luci del sole e l’aria frizzante delle 7.00 di mattina e…

mi sono trovata davanti 3 tori.

E devo aggiungere, 3 coccolosi tori!

 

Insomma, la mini-vacanza non poteva iniziare nel migliore dei modi.

weekend valle d'aosta escursioni (11)

Dove mangiare ad Aosta e dintorni

Come ti ho promesso qualche riga sopra, voglio raccontarti dove siamo andati a mangiare.

Non ho voglia però di raccontarti proprio tutto: preferisco che provi di persona e mi fai sapere come ti sei trovato.

Quando viaggio mi piace molto provare il cibo tipico e immergermi nelle tradizioni del posto, i prodotti a km 0 e le aziende agricole della zona.

Preferisco infatti di solito fare una bella esperienza come si deve in agriturismo piuttosto che nei ristoranti del centro.

A volte non sempre questo è possibile, specialmente se non riesco ad organizzarmi in anticipo e i posti sono quindi tutti pieni.

Ecco due posti che ti consiglio di provare:

Il primo è un’hamburgeria poco fuori dal centro di Aosta.

Il locale è piccolo e famigliare, gestito da personale molto giovane, dinamico e intraprendente.

I prodotti con cui vengono farciti i panini sono tutti a km 0 e valdostani:

il locale si rifornisce proprio dalle aziende agricole dei dintorni.

E se non vuoi proprio farti mancare nulla, prima del panino prova le loro sfiziosità:

le patate sono strepitose!

Insomma, non è il posto per stare a dieta.

Il secondo invece è un agriturismo e fattoria didattica di Pollein, a 5 minuti di auto da Aosta

ed è stata la scelta migliore che potessi fare.

L’agriturismo offre un menù alla carta e diversi menù fissi, tra cui anche il vegetariano che ho provato io.

Il prezzo è davvero contenuto in confronto al quantitativo di ingredienti di ottima qualità che La Reina propone e inoltre il servizio è eccellente.

La sala è caratteristica e saltano subito all’occhio i trofei esposti:

ovviamente, ho chiesto al proprietario di cosa si trattasse perché qui in Valtellina una cosa del genere non l’avevo mai vista.

Si tratta di una competizione che viene portata avanti da generazioni,

ma non voglio spoilerarti altro.

Vai e scoprila 🙂

 

La lista dei posti che voglio provare ad Aosta è lunga, ma il tempo quei giorni non era abbastanza: quando tornerò ti aggiornerò su altri posti per mangiare!

weekend valle d'aosta escursioni
weekend valle d'aosta escursioni

2 escursioni da non lasciarsi scappare

Ecco finalmente che gli amanti della montagna vengono accontentati:

quei 2 giorni di relax li ho passati a camminare.

Ecco perché ho deciso di non soffermarmi troppo ad esplorare Aosta:

le montagne dei dintorni mi chiamavano!

E sì, sono venute fuori due escursioni, una più bella dell’altra.

Il mio consiglio?

Se sei già stato in Valle D’Aosta, vai a vederla in autunno: è la stagione migliore.

Le alte cime sono già innevate, i larici ancora dorati colorano a macchie i boschi di abeti.

Anche solo percorrendo una strada di montagna in macchina vedrai un panorama da cartolina.

Ecco quindi le due escursioni che ho scelto per un weekend in Valle D’Aosta:

  • Alla scoperta del Lago D’Arpy e del Lago di Pietra Rossa
  • Il giro dei 4 laghi in Valpelline fino al Lago Morto

Per le famiglie con bambini consiglio la prima escursione fino al Lago D’Arpy: è davvero semplice e fattibile con passeggini.

 

 

weekend valle d'aosta escursioni (9)

Se hai letto con piacere questo breve articolo della mia esperienza in Valle d’Aosta lascia un commento, metti un like e condividi con i tuoi amici!

Sei già stato in Valle D’aosta?

Hai vissuto delle escursioni da non perdere? 

Scrivile nei commenti, io le salvo per la prossima volta!


Per un’altra gita fuori porta guarda qui!

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Le specie invasive: un problema da risolvere

Posted on 0 Comments6min read

I giusti termini

Quando parlo di specie invasive mi riferisco a

tutti quegli organismi che vivono in un ambiente diverso dal loro habitat di origine e che creano danni al nuovo ecosistema.

Parliamoci chiaro, non è una definizione molto semplice da spiegare.

Ci sono in gioco diversi termini che sono la base delle Scienze Naturali.

Chi mastica ecologia e conservazione della natura quindi mi permetterà di fare una breve introduzione all’argomento,

anche se un breve ripasso non fa mai male a nessuno!

specie invasive

Cosa sono le specie invasive

Prima di parlare di specie invasive devo per forza soffermarmi su un altro termine.

Le specie alloctone, chiamate anche esotiche o aliene, sono tutti quegli organismi che vengono introdotti dall’uomo in un nuovo areale.

In pratica – per diversi motivi che poi vediamo insieme –

un animale, un vegetale o anche solo un seme o un uovo vengono presi e spostati, magari dalla parte opposta del pianeta.

Queste sono appunto specie alloctone, al contrario di quelle autoctone che vivono nel territorio in cui sono sempre vissute.

Quindi, per parlare di specie invasiva bisogna prima avere a che fare con una specie alloctona.

 

Poi, se quest’ultima diventa seriamente dannosa per il nuovo territorio in cui è stata introdotta, la si può definire invasiva.

Quando un’introduzione diventa un problema?

Non pensare che questo succeda in tempi geologici!

Soprattutto alcuni tipi di specie, solitamente ben adattabili ai cambiamenti e che non richiedono risorse troppo specifiche per vivere, possono diventare dannose e invasive nel giro di pochissimo tempo.

Spesso, quando ce ne accorgiamo è troppo tardi.

Ma cosa significa di preciso?

Significa che la specie che viene introdotta, accidentalmente o deliberatamente, prende il controllo del nuovo areale.

 

Diventa così una specie dominante, che in pratica non deve temere nessun altro e sovrasta le specie autoctone del territorio.

specie invasive

Come viene introdotta una specie invasiva

Pensando a come viviamo oggi mi verrebbe da dire che questo problema era inevitabile.

Lo sviluppo della tecnologia, la globalizzazione, l’aumento esponenziale dei trasporti sono solo alcuni esempi che mi vengono in mente che hanno portato allo spostamento di organismi viventi.

Ho detto “alcuni” perché può essere che una specie venga spostata in modo accidentale.

Molte però sono state introdotte in un nuovo areale in modo volontario da parte dell’uomo:

questo aspetto è quello che si poteva benissimo evitare.

Ecco quindi alcuni esempi di come sono state introdotte delle specie che poi sono diventate invasive:

  • 𝗜𝗻𝘁𝗿𝗼𝗱𝘂𝘇𝗶𝗼𝗻𝗶 deliberate per la caccia o per fini estetici (hai capito bene!!!) ed economici
  • Diffusione dalle 𝗰𝗼𝗹𝘁𝗶𝘃𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗶, come succede oggi con tanti insetti dannosi
  • 𝗙𝘂𝗴𝗮 dagli allevamenti, come è successo con la nutria in Italia
  • 𝗖𝗼𝗺𝗽𝗿𝗮𝘃𝗲𝗻𝗱𝗶𝘁𝗮 di piante esotiche
  • 𝗔𝗯𝗯𝗮𝗻𝗱𝗼𝗻𝗼 o fuga di animali da compagnia come è successo con lo Scoiattolo Grigio in Italia
  • 𝗧𝗿𝗮𝘀𝗽𝗼𝗿𝘁𝗶 accidentali

Basta pensare che una delle maggiori vie di invasione è l’acqua di zavorra delle navi:

di certo questo non ti era mai venuto in mente!

In pratica, l’acqua viene scaricata nel porto di arrivo e con essa vengono rilasciate tantissime specie che quindi si ritrovano in un luogo diverso da quello della partenza!

La maggior parte di queste non resistono al cambiamento.

Altre però trovare un ambiente favorevole – e in alcuni casi persino migliore vista la mancanza di predatori – e diventano così invasive e dannose.

specie invasive

Specie alloctone in Italia che creano danni: esempi

Alcune delle specie alloctone che sono diventate invasive e hanno dato parecchi problemi, alcune anche in Italia, sono ad esempio:

 

  • Il procione
  • La nutria
  • Il cinghiale (è autoctono in alcune zone d’Italia, ma invasivo!)
  • Lo scoiattolo grigio
  • Il gambero della Louisiana
  • Il siluro
  • La testuggine palustre americana (quella piccola creatura pucciosa dalle guance rosse che regalano ai bambini che poi diventa enorme e ingestibile e quindi viene liberata in natura).
specie invasive

I danni provocati in italia

Abbiamo detto che una specie invasiva causa dei danni.

Questo è riduttivo dato che l’introduzione di specie invasive è una delle maggiori cause – insieme all’inquinamento e al cambiamento climatico – di distruzione della biodiversità.

C’è persino un sito dedicato… questo qui!

Te ne sei mai accorto?

Io non credo perché, salvo alcuni casi, la maggior parte delle specie invasive causa problemi ad altre specie animali o vegetali, andando a colpire la biodiversità dell’ecosistema e non direttamente l’uomo.

Questo è un grande problema perché il cittadino medio spesso non vede e non sente la gravità della situazione,

soprattutto non è consapevole di cosa implica una diminuzione continua della biodiversità nel suo territorio, finché il danno non è talmente grande da aver toccato il punto di non ritorno.

Ecco quindi alcuni danni causati dalle specie invasive nel territorio italiano:

 

  • diffusione di nuovi virus all’uomo (Zanzara tigre)
  • minaccia di estinzione alle specie autoctone (Testuggine palustre americana, Scoiattolo grigio, Gambero rosso della Louisiana … )
  • danni ingenti alle coltivazioni, agli argini e alle opere idrauliche causando rilevanti danni economici (Nutria)
  • ibridazione con la fauna autoctona
specie invasive

Soluzioni: esistono davvero?

Ultimamente il problema delle specie invasive sta diventando davvero tanto consistente.

Non sto parlando solo dell’Italia, ma dell’intero pianeta.

Ci sono specie di uccelli, anfibi e rettili che si sono estinte – non esistono proprio più – a causa dell’introduzione di specie.

Ora sto considerando solo gli animali perché me ne intendo di più, ma il discorso vale anche per vegetali e funghi.

Data l’emergenza in corso, sono stati fatti dei passi avanti dal punto di vista legislativo nel 2014.

Io però sono convinta che ogni singolo cittadino potrebbe – e dovrebbe – fare del suo meglio per combattere questo problema e non essere egli stesso il mezzo di trasporto di nuove specie.

Come?

Basta un po’ di accortezza.

E soprattutto basta essere informati:

ecco perché ho deciso di fare questo articolo!

Per renderti consapevole e informato su quello che sta succedendo, in modo tale da far girare le voce e fare tutti un piccolo passo avanti.

Le rivoluzioni si fanno così 🙂

Ecco quindi alcuni miei consigli su come puoi fare per migliorare – o comunque per non peggiorare – la situazione:

 

  • evita di comprare animali da compagnia esotici
  • se compri, evita di disperderli nell’ambiente. Devono essere sempre sotto il tuo controllo, anche quando sono ahimè diventati troppo grandi o hanno fatto troppi piccoli. Ti sei preso una responsabilità e come tale devi mantenerla!
  • denuncia a chi di dovere se possiedi un animale potenzialmente invasivo
  • non dare da mangiare agli animali selvatici: potrebbero abituarsi alla tua presenza e all’abbondanza di cibo
  • fai attenzione anche alle piante che metti in giardino, i semi si diffondono molto velocemente
  • quando visiti siti naturalistici particolari – come grotte o riserve naturali – pulisciti le scarpe. Potresti portare con te semi o uova e trasportarli chissà dove!
  • se incontri specie esotiche segnala la loro presenza, non aspettare che siano troppe!
  • tieni i tuoi animali da compagnia in casa.
specie invasive

In conclusione

Io in questo caso non ho voluto toccare l’argomento delle specie domestiche, i nostri animali da compagnia che abbiamo accanto a noi tutti i giorni – tra l’altro, hai visto che ora siamo in tre?

Anche questo però è un argomento importante da conoscere e ne parlerò più avanti anche se spesso causa discussioni e fraintendimenti.

Siamo noi la causa del nostro male.

Non potrei essere più cruda e sincera di così.

E la cosa che mi dispiace di più è che la maggior parte delle persone non sono minimamente a conoscenza di questi fatti per il semplice motivo che le problematiche ambientali sono spesso messe in secondo piano dai media.

Ci sarebbe da aprire un intero capitolo su questo argomento, ma non mi dilungo.

Quindi, se ti è piaciuto questo articolo metti un like e condividilo con tutti!

Il passaparola è un bel modo per divulgare ♥

 

Mi consigli un argomento per il prossimo curiosi di natura?

Qui puoi trovare altri articoli sulla natura.

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Costiera dei Cech: escursione all’Alpe Bassetta e Cima Brusada

Posted on 1 Comment4min read

Stai percorrendo la SS 36, hai da poco passato tutte le gallerie e finalmente ti godi un po’ il paesaggio.

Il lago di Como è al tuo fianco.

Alzi lo sguardo e vedi le montagne.

Eccolo lì, il trivio di Fuentes.

Ora devi decidere:

Valtellina o Valchiavenna?

Qualunque strada tu scelga, l’Alpe Bassetta e la Cima Brusada sono proprio davanti a te.

Se sai dove cercare, le troverai facilmente…

 

Alpe Bassetta Cima Brusada Costiera dei Cech

Inquadramento geografico: come arrivare

La Cima Brusada e la sottostante Alpe Bassetta sono proprio le prime montagne delle Alpi Retiche raggiungibili dal versante valtellinese.

Ecco perché è semplice individuarle anche dalla strada!

Per raggiungere la partenza dell’escursione di oggi devi arrivare al paese di Cino, un piccolo borgo a mezza costa situato a 504 metri di altitudine e superarlo salendo fino alla località Prati Nestrelli.

Siamo nella Costiera dei Cech.

Da Cino in poi il transito è consentito solo tramite il pagamento di un pedaggio (5 euro al giorno): fermati alla Trattoria del Pellegrino, in centro al paese, per prendere il ticket.

Poi torna indietro di un paio di tornanti e segui le indicazioni per il centro sportivo, quindi continua fino ai Prati Nestrelli dove puoi parcheggiare a bordo strada.

Se vuoi vedere com’è la strada ti consiglio di dare un’occhiata al video che trovi in fondo.

 

La partenza

L’escursione parte proprio dalla strada:

un sentiero sulla sinistra sale dolcemente nel bosco.

La partenza è a quota 1200 metri e il sentiero è facilmente riconoscibile grazie alle chiare indicazioni.

I cartelli infatti indicano circa 1h30 di cammino per l’Alpe Bassetta.

Tra l’altro, stai camminando sul Sentiero Bonatti!

Il percorso inizialmente è all’ombra del bosco, dall’autunno camminerai su un letto di foglie.

Ogni tanto però le fronde degli alberi si aprono e si scorge il versante orobico, Cino, il Legnone e il lago in lontananza.

 

Alpe Bassetta Cima Brusada Costiera dei Cech
Alpe Bassetta Cima Brusada Costiera dei Cech
Alpe Bassetta Cima Brusada Costiera dei Cech

Tappa 1: l’Alpe Bassetta

Dopo circa 30 minuti di cammino, un nuovo cartello indica un altro crocevia di sentieri.

Tu segui sempre l’Alpe Bassetta procedendo in leggera salita sul prato.

Il sentiero continua ad alternarsi tra tratti nel bosco e altri più aperti su terreno erboso, il tutto in qualche leggero sali-scendi.

Superato l’ultimo boschetto, dopo un’ora di cammino dal secondo cartello, ecco l’alpe Bassetta ben visibile.

Attraversa quindi il prato di fronte a te:

sei arrivato alla prima tappa di questa escursione!

Finora hai percorso circa 500 metri di dislivello e l’escursione potrebbe anche finire qui.

Noi abbiamo deciso di proseguire, ma ti avviso che la prossima tappa è per escursionisti esperti.

 

Alpe Bassetta Cima Brusada Costiera dei Cech
Alpe Bassetta Cima Brusada Costiera dei Cech

Tappa 2: la Cima Brusada (EE)

In realtà questo dettaglio non è indicato dai cartelli – o meglio, dai pochi che ci sono – ma non me la sento di consigliare questo tratto come adatto a tutti.

Ora ti spiego il perché.

Lasciata alle spalle l’alpe Bassetta e i suoi magnifici cavalli, prosegui in direzione della cima che hai di fronte.

In breve attraverserai un rado boschetto, il sentiero per ora procede su un manto erboso intervallato a qualche roccia qua e là. Sei al Passo Culmine.

Qui la pendenza è più accentuata rispetto a prima e ben presto la roccia avrà preso il sopravvento:

dovrai camminare lungo la cresta della montagna.

Ora, voglio essere sincera:

i cartelli qui sono inesistenti, c’è qualche ometto, ma per chi non conosce bene la zona è facile perdersi.

Cosa che a noi è successa:

per sbaglio abbiamo preso una traccia sbagliata che procedeva sulla sponda destra, lungo i prati;

così abbiamo dovuto risalire il fianco della montagna per riprendere il sentiero.

Questa deviazione c’è costata un po’ di tempo, ma si sale talmente velocemente che ben presto siamo arrivati alla cima.

Che dire, il panorama da qui merita davvero tanto.

Si vede tutto, a 360°, dalla Valtellina, alla Valchiavenna, alla Brianza in lontananza.

Noi quel giorno siamo stati davvero fortunati:

si vedeva il Monte Rosa!

Ah, dimenticavo.

Siamo saliti ad ottobre e in cima c’era un po’ di neve, soprattutto ghiacciata:

anche per questo ti dico di affrontare questo tratto solo se sei esperto e con la giusta attrezzatura.

 

Alpe Bassetta Cima Brusada Costiera dei Cech
Alpe Bassetta Cima Brusada Costiera dei Cech

Il ritorno

Vedendo le difficoltà dell’andata, abbiamo deciso di percorrere lo stesso sentiero per tornare indietro.

Scendere di nuovo all’Alpe Bassetta ci ha fatto rendere conto del punto in cui abbiamo sbagliato strada:

avremmo dovuto continuare per tutto il tempo sulle rocce rimanendo in cresta,

ma probabilmente abbiamo seguito la traccia di qualche ungulato che al momento ci è sembrata molto più definita rispetto al sentiero su roccia.

 

Alpe Bassetta Cima Brusada Costiera dei Cech
Alpe Bassetta Cima Brusada Costiera dei Cech

Dettagli del trekking e consigli utili

Parcheggio zona Prati Nestrelli: 46.169824747793434, 9.49384290217637

Lunghezza totale: 8,8 km

Dislivello fino Alpe Bassetta: 500 metri

Dislivello positivo totale: 950 metri

Difficoltà Alpe Bassetta: facile. Non ci sono punti esposti.

Difficoltà Cima Brusada: solo per escursionisti esperti. Non ci sono punti attrezzati. Consiglio ramponcini da ottobre o in caso di nevicate. 

Pubblicare certi tipi di escursioni non è sempre facile.

Non fraintendermi, questa è una cima che non vedo l’ora di rifare perché la pace che ho provato una volta arrivata su l’ho sentita in pochi altri posti.

Ma ogni volta che torno a casa mi chiedo:

questo giro lo racconto o lo tengo per me?

Ci sono posti che preferisco tenere “segreti” perché ancora incontaminati. Questo lo è, ma in questo caso il mio dubbio non riguardava l’ambiente naturale, ma la sicurezza.

Siete in tanti e voglio essere sicura che ognuno di voi sia in grado di capire quando è giusto fermarsi e quando invece si è in grado di continuare a camminare.

Io questa volta ho voluto darti fiducia:

so che se non sei esperto non ti avventurerai su questa cima.

E se miri a questo, ecco il mio consiglio:

allenati. Tanto, tutti i giorni, aumenta gradualmente il livello di difficoltà.
E per i posti più impervi, cammina al fianco di una guida.

Un abbraccio,
Benedetta

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